L’amministrazione di Donald Trump ha intrapreso un percorso economico caratterizzato da scelte e priorità nettamente diverse rispetto a quelle della precedente amministrazione. In un contesto di forte incertezza, l’economia statunitense e i mercati finanziari stanno attraversando un periodo di flessione, sollevando interrogativi sulle politiche che potrebbero condurre a una recessione. Per comprendere meglio questa situazione, abbiamo interpellato Alberto Bisin, Professore di economia alla New York University.
Negli ultimi anni, l’attenzione delle politiche economiche statunitensi si è concentrata sul raggiungimento di un “atterraggio morbido“, ovvero una transizione controllata verso un’inflazione al 2%, obiettivo della Federal Reserve. Tuttavia, l’amministrazione Trump ha manifestato un approccio differente, come dimostrato dalla recente intervista a Fox Business, in cui Trump ha riconosciuto la possibilità di una recessione durante questa fase di transizione economica, segnata dall’introduzione di dazi.
Nelle ultime settimane, i consiglieri di Trump hanno mostrato una certa indifferenza di fronte ai segnali allarmanti provenienti dall’economia e dai mercati, i quali hanno registrato un calo significativo. Il rapporto sul lavoro di venerdì scorso ha evidenziato la creazione di soli 151.000 nuovi posti di lavoro a febbraio, ben al di sotto delle previsioni di 170.000. Inoltre, il tasso di disoccupazione è aumentato dal 4% al 4,1%. Il governatore della Federal Reserve, Jerome Powell, ha affermato che la banca centrale non ha intenzione di ridurre i tassi d’interesse nel breve termine, preferendo osservare gli effetti dei dazi sull’economia statunitense e sull’inflazione.
Tra le principali preoccupazioni economiche vi sono senza dubbio i dazi, non solo per l’impatto diretto delle tariffe, ma anche per il potenziale scatenamento di una guerra commerciale. Le tensioni geopolitiche, come la posizione degli Stati Uniti riguardo all’Ucraina e l’Europa, contribuiscono ad alimentare un clima di incertezza. La confusione generata da politiche incoerenti sui dazi ha bloccato l’economia americana, riducendo le assunzioni e rallentando gli investimenti.
La questione non è tanto se queste condizioni porteranno a una recessione, ma piuttosto come la confusione nelle politiche economiche stia già causando danni significativi. La mancanza di una direzione chiara ha generato incertezza tra gli investitori e le imprese, che sono riluttanti a prendere decisioni di investimento in un contesto così volatile.
L’intervista rilasciata da Trump a Fox Business ha avuto un impatto immediato sui mercati azionari, scatenando una serie di vendite. Gli investitori hanno percepito le dichiarazioni del presidente come un segnale di apertura verso l’idea di accettare una recessione, il che ha alimentato timori riguardo alla stabilità economica. La dichiarazione di Trump di essere disposto a tollerare costi a breve termine per ottenere benefici a lungo termine ha suscitato preoccupazione, poiché le sue politiche attuali non sembrano promettere vantaggi futuri.
Il clima di incertezza e le scelte politiche dell’attuale amministrazione stanno alimentando un ciclo di ansia tra gli investitori e le aziende, rendendo difficile prevedere quale sarà il futuro dell’economia statunitense.