Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha recentemente modificato la sua posizione riguardo ai dazi sull’importazione di alluminio e acciaio provenienti dal Canada. Inizialmente, Biden aveva annunciato l’intenzione di applicare un’imposta del 50% su questi materiali, ma ha deciso di mantenere solo l’aliquota del 25% già in vigore dal 12 marzo 2025. Questa decisione arriva dopo un’escalation di tensioni commerciali tra i due Paesi.
Il premier dell’Ontario, Doug Ford, ha rivelato l’intenzione di introdurre una sovrattassa del 25% sulle vendite di elettricità destinate agli Stati Uniti, costringendo la Casa Bianca a dichiarare lo stato di emergenza nel settore energetico. Nonostante ciò, l’energia necessaria non è stata immediatamente disponibile, creando ulteriori complicazioni per l’amministrazione Biden.
A partire dal 13 marzo 2025, il Canada applicherà dazi del 25% su beni statunitensi per un valore di 20 miliardi di dollari. Questo segnale indica che il Canada non ha intenzione di ritirare le sue misure di contromisura commerciale. Il nuovo primo ministro canadese, Mark Carney, ha assicurato che la risposta del Canada alle azioni statunitensi sarà progettata per avere “il massimo effetto possibile”.
L’Unione Europea ha intrapreso un percorso simile, decidendo di imporre misure restrittive su merci statunitensi per un valore di 26 miliardi di euro, a partire da metà aprile 2025. Le accuse di Biden nei confronti dell’UE riguardo al presunto sfruttamento economico degli Stati Uniti continuano a sollevare polemiche. Bruxelles, dal canto suo, sembra determinata a rispondere con fermezza alle politiche commerciali statunitensi.
Internamente, le critiche alle politiche di Biden stanno crescendo. L’ex segretario al Tesoro, Larry Summers, ha messo in guardia riguardo ai potenziali danni che i dazi sull’alluminio e sull’acciaio potrebbero infliggere a settori industriali americani che danno lavoro a circa 10 milioni di persone. Secondo Summers, tali misure potrebbero essere considerate una minaccia per l’economia statunitense.
Jamie Dimon, CEO di JP Morgan, ha espresso preoccupazione per un possibile deterioramento dell’economia americana e un clima di sfiducia crescente tra gli investitori. Anche Ray Dalio, noto esperto del settore hedge fund, ha avvertito del rischio imminente di scarsità di materie prime negli Stati Uniti.
Gli analisti stanno cercando di comprendere le ragioni dietro l’approccio aggressivo degli Stati Uniti nei confronti del Canada. Alcuni esperti ritengono che la decisione di Biden di non applicare il dazio del 50% sia legata al suo rapporto complicato con l’ex primo ministro canadese, Justin Trudeau. La transizione a Mark Carney potrebbe aver aperto la porta a un dialogo più costruttivo, con Biden che sembra disposto a trattare senza fare riferimento alla sua controversa affermazione sul “Canada come 51° Stato”.
Le dinamiche commerciali tra Stati Uniti e Canada continuano a evolversi, e l’attenzione resta alta su come queste politiche influenzeranno le relazioni bilaterali e l’economia di entrambi i Paesi.