Tunisia: necessità di finanziamenti per affrontare il cambiamento climatico

TUNISI – Durante la presentazione del National Climate Policy Plan, il 15 marzo 2025, il ministro tunisino dell’Ambiente, Habib Abid, ha evidenziato come la Tunisia non sia riuscita a soddisfare gli obiettivi climatici stabiliti a causa di una carenza di finanziamenti e investimenti. Tuttavia, ha sottolineato che il paese ha recentemente riconquistato la fiducia di finanziatori e organizzazioni internazionali. “Siamo in procinto di reintegrarci nei sistemi e nei fondi globali“, ha dichiarato Abid, riferendosi agli accordi siglati nel 2024 con diverse nazioni, tra cui il Giappone, per sviluppare progetti nel settore dell’energia pulita. Tra questi, la creazione di due impianti di produzione energetica nelle città di Kairouan e Sidi Bouzid. Il ministro ha anche menzionato il completamento di impianti per la valorizzazione dei rifiuti a Sousse e Djerba, con un ulteriore impianto in fase di pianificazione a Beja.

Dettagli sul piano climatico nazionale

Il National Climate Policy Plan, che si estende su un periodo di cinque anni, ha visto il coinvolgimento di diversi ministeri, tra cui quelli dell’Industria, dell’Agricoltura e dell’Ambiente, insieme a istituzioni del settore privato e finanziatori internazionali. Abid ha ribadito che l’accordo di Parigi impone a tutti i paesi di presentare strategie per ridurre le emissioni di gas serra e affrontare il cambiamento climatico. La Tunisia, come molte altre nazioni, è minacciata da effetti climatici avversi, tra cui l’aumento delle temperature e la diminuzione delle precipitazioni, fenomeni accentuati negli ultimi cinque anni. “Desideriamo inviare un messaggio al mondo: la Tunisia è impegnata a rispettare i propri obblighi in vari settori, come trasporti, industria e consumo energetico“, ha dichiarato il ministro.

Iniziative ecologiche e strategie future

Un progetto significativo menzionato da Abid è la “Green Belt“, un’iniziativa che prevede un tratto di 25 chilometri che si estende dal Golfo di Gabes fino al Governatorato di Sfax, attraversando Kairouan, Sidi Bouzid, Gafsa e Kasserine, fino al confine con l’Algeria. Questo progetto include attività di rimboschimento, sviluppo pastorale, valorizzazione delle risorse agricole e ambientali, con l’obiettivo di sfruttare il potenziale economico della regione. Inoltre, è prevista una nuova strategia idrica per il 2050, che mira ad affrontare gli effetti del cambiamento climatico attraverso l’adozione di soluzioni alternative, come l’uso di risorse idriche non convenzionali, il trattamento delle acque reflue e la desalinizzazione dell’acqua di mare. Tuttavia, Abid ha messo in guardia sul fatto che queste soluzioni sono costose e richiedono un elevato consumo energetico, sottolineando l’importanza di bilanciare la protezione ambientale con la crescente domanda di acqua e la necessità di una gestione efficace delle risorse idriche.

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Ludovica Loringa