Alle 21:00 del 3 marzo 2025, il presidente Donald Trump ha tenuto un discorso di fronte alla Camera e al Senato in sessione congiunta, a 44 giorni dall’inizio del suo secondo mandato. Il tema centrale del suo intervento è stato il “rinnovamento del Sogno americano”, articolato in quattro sezioni: i successi del suo secondo mandato, le azioni intraprese per l’economia, la richiesta al Congresso di ulteriori fondi per la sicurezza dei confini e i progetti per la pace globale. Prima del discorso, Trump aveva anticipato sul suo social network Truth: “Dirò le cose come stanno!”.
Il contesto attuale è significativamente cambiato rispetto al suo ultimo discorso sullo Stato dell’Unione nel 2020, quando Nancy Pelosi, allora speaker della Camera, strappò pubblicamente le pagine del discorso. In quel periodo, il Senato stava per assolvere Trump dall’impeachment, un processo che aveva visto l’Ucraina e il presidente Zelensky protagonisti. Sebbene non fosse formalmente uno Stato dell’Unione, Trump ha ribadito di aver realizzato in un mese ciò che altri presidenti avrebbero compiuto in quattro anni. Si percepisce una forte sensazione di potere, con i repubblicani che si uniscono attorno alla sua visione di trasformazione del partito e della nazione.
Il discorso ha coinciso con un momento di tensione nei rapporti con gli alleati, soprattutto per quanto riguarda i dazi e la sospensione degli aiuti all’Ucraina, suscitando interrogativi in Europa sulla volontà degli Stati Uniti di difendere le democrazie.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, l’amministrazione Trump e l’Ucraina erano pronte a firmare un accordo sui minerali, che era stato rinviato a causa di uno scontro tra Trump e Zelensky nello Studio Ovale. Il presidente avrebbe espresso il desiderio di annunciare la firma dell’accordo durante il suo discorso, presentandolo come una compensazione per gli aiuti forniti all’Ucraina negli anni passati. Trump ha portato con sé al Congresso Elon Musk, il quale sta guidando un’iniziativa per ridurre la spesa federale attraverso il suo dipartimento dell’efficienza governativa, Doge. Uno degli obiettivi di Trump era chiarire al pubblico le azioni di Doge. Un sondaggio del Pew Center ha rivelato che il 54% degli americani ha una visione negativa del ruolo di Musk, mentre il 42% lo considera positivo.
Nonostante ciò, il 56% degli intervistati ha espresso preoccupazione riguardo all’inefficienza del governo e alla questione degli sprechi. Alcuni sostenitori di Trump temono che l’attenzione su Doge possa distogliere l’attenzione dai tagli fiscali e dall’inflazione, temi che il presidente avrebbe dovuto affrontare nel suo discorso. Stephen Miller, vicecapo dello staff della Casa Bianca, ha sottolineato che l’immigrazione sarebbe stata una parte fondamentale dell’intervento.
Il presidente ha sollecitato il Congresso a stanziare fondi per le espulsioni di immigrati e per la costruzione di un muro al confine. Tra gli ospiti invitati dalla first lady Melania Trump figuravano diversi familiari di vittime di crimini commessi da immigrati. Dopo il discorso, il vicepresidente JD Vance si recherà al confine con il Messico, a Eagle Pass. I democratici, in cerca di nuovi leader, hanno designato Elissa Slotkin, senatrice del Michigan, per rispondere al discorso di Trump, invitando anche dipendenti federali licenziati da Musk come ospiti. Bernie Sanders, senatore indipendente del Vermont, rappresenterà invece l’ala progressista del partito.
In segno di sostegno all’Ucraina, molti democratici hanno manifestato l’intenzione di indossare cravatte o sciarpe gialle e blu. Altri, come Alexandria Ocasio-Cortez, hanno scelto di non partecipare. Tra gli ospiti di Trump c’erano la vedova di Corey Comperatore, pompiere ucciso a Butler nel tentato assassinio di Trump, e i genitori di una adolescente transgender che ha subito un intervento con l’assistenza della scuola senza informare i genitori. Era presente anche Marc Fogel, l’americano liberato dalla Russia, accompagnato dalla madre di 95 anni. Lo speaker Mike Johnson ha invitato Noa Argamani, ex ostaggio di Hamas a Gaza, come simbolo di resilienza e sostegno.