La recente costituzione di Unhate Foundation come ente del terzo settore segna una nuova fase di un progetto avviato da Alessandro Benetton nel 2011. L’iniziativa si propone di coinvolgere le nuove generazioni in percorsi di crescita e sviluppo del loro potenziale, promuovendo valori come la solidarietà, l’inclusione sociale e la sostenibilità attraverso progetti innovativi.
Unhate Foundation si propone di contrastare la cultura dell’odio, affrontando le sue cause profonde e concentrandosi sulla formazione dei giovani. La Fondazione ha delineato quattro aree di intervento principali: mobilità sociale, educazione, cultura e studi e ricerca. Nella mobilità sociale, l’obiettivo è trasformare il merito in opportunità, valorizzando talenti inespressi e promuovendo impegno e merito. Per quanto riguarda l’educazione, si punta a migliorare la qualità dei luoghi di formazione, creando spazi inclusivi e dinamici per facilitare l’apprendimento. Nel contesto culturale, si intende utilizzare il patrimonio culturale per favorire il dialogo tra generazioni. Infine, la sezione dedicata agli studi e alla ricerca si focalizza sulla promozione di ricerche innovative, mirate a generare cambiamenti positivi nelle comunità. La Fondazione si rivolge in particolare ai giovani sotto i 30 anni, incoraggiandoli a diventare protagonisti del cambiamento.
La direzione di Unhate Foundation è affidata a Irene Boni, già CEO di Talent Garden e GM di Yoox, una manager con una solida esperienza nel settore dell’educazione e del digitale. Per supportare il lavoro del consiglio di amministrazione, composto da sei membri, è stato istituito un comitato scientifico, prevalentemente composto da giovani professionisti, affiancati da esperti di diversa provenienza per garantire un dialogo intergenerazionale. Questo comitato ha il compito di definire le priorità strategiche per il medio-lungo periodo, orientando le azioni della Fondazione.
Il comitato scientifico riunisce talenti provenienti da vari ambiti, tra cui start-up, arte, sport e comunicazione digitale. Tra i membri figurano Huda Lahoual, podcaster di 21 anni, Chiara Schettino, co-fondatrice di una start-up innovativa, e Irma Testa, pugile medaglia di bronzo a Tokyo 2020. La diversità delle esperienze dei membri contribuisce a creare un ambiente fertile per l’innovazione e il dialogo.
Nel 2025, il fenomeno dell’odio si manifesta in forme sempre più preoccupanti, amplificato dai social media. Studi recenti rivelano che nel 2023 il 40% dei giovani italiani tra i 15 e i 19 anni ha partecipato a episodi di violenza, mentre quasi la metà dei giovani europei tra i 16 e i 29 anni ha assistito a episodi di odio online, con impatti negativi sul loro benessere psicologico e sulle relazioni sociali. Inoltre, un giovane italiano su due tra i 18 e i 25 anni ha riportato esperienze di ansia e depressione.
Le cause di questo fenomeno sono molteplici, tra cui l’incertezza economica, l’isolamento e le disuguaglianze. La povertà educativa, in particolare, limita le opportunità di crescita per i giovani, generando frustrazione e rischi di esclusione sociale. La normalizzazione dell’odio nel linguaggio quotidiano contribuisce ulteriormente a creare divisioni all’interno della società.
Unhate Foundation si fonda sulla visione di Alessandro Benetton, che ha voluto rilanciare un’azione sociale coesa e sistematica. I sostenitori istituzionali, tra cui Edizione, Mundys e Aeroporti di Roma, condividono la mission della Fondazione e contribuiscono operativamente e finanziariamente al progetto. L’obiettivo è attrarre un numero crescente di aziende, istituzioni e associazioni, sia in Italia che all’estero, per sostenere le iniziative della Fondazione.
Benetton afferma l’importanza di un progetto innovativo guidato dai giovani, sottolineando che il comitato scientifico ha un’età media di 30 anni. La Fondazione intende collaborare con professionisti e aziende per realizzare progetti strategici, utilizzando la cultura, l’arte e lo sport come strumenti per promuovere dialogo e solidarietà.
Irene Boni, consigliere delegato di Unhate Foundation, evidenzia la complessità del problema dell’odio, che ha ricadute sociali ed economiche significative. La Fondazione adotta un approccio federativo, cercando di unire diverse forze per creare una rete relazionale in grado di generare cambiamenti duraturi. L’intento è di non limitarsi a discutere l’argomento, ma di attuare iniziative concrete, coinvolgendo i giovani come protagonisti attivi di un movimento di cambiamento.
La Fondazione si propone di alimentare un nuovo senso di comunità, rimuovendo ostacoli all’inclusione e premiando il merito. L’impegno di Unhate Foundation si traduce in azioni concrete, con l’auspicio di costruire un futuro in cui i giovani possano credere e partecipare attivamente alla società.