
Dimostrare L'Inutilizzabilità Dell'Immobile(popmag.it)
La TARI, è una spesa che preoccupa molti cittadini italiani, specialmente in un contesto di crisi economica e rincari.
Introdotta dal Decreto Legislativo 15 novembre 1993, n. 507, la TARI ha come obiettivo il finanziamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, un servizio fondamentale per garantire la pulizia e la salute pubblica nelle città. Tuttavia, il modo in cui viene calcolata la tassa, che tiene conto della superficie dell’immobile e del numero di residenti, ha sollevato interrogativi e polemiche tra i contribuenti.
Una delle domande più ricorrenti riguarda gli immobili disabitati: si deve pagare la TARI anche se la casa non è abitata? La risposta non è semplice. Infatti, la TARI è dovuta per il solo fatto di possedere o detenere locali potenzialmente in grado di produrre rifiuti, indipendentemente dall’effettivo utilizzo dell’immobile o dalla presenza di utenze attive.
La Sentenza Della Corte Di Cassazione
Una recente sentenza della Corte di Cassazione, in particolare la sentenza n. 21703/2022 e n. 9872/2023, ha chiarito la questione. La Corte ha stabilito che l’obbligo di pagamento della TARI sussiste anche se l’immobile non è utilizzato, a condizione che sia predisposto all’uso. Non basta quindi non avere un contratto attivo con i fornitori di energia elettrica, acqua o gas. Per evitare il pagamento della tassa, è necessario che:
- L’immobile non abbia le diramazioni per le utenze.
- Le utenze siano completamente chiuse.
Se l’immobile è in grado di attivare le utenze con un semplice contratto, la tassa è dovuta.
Per dimostrare di non dover pagare la TARI, il proprietario deve fornire prove oggettive che attestino l’inutilizzabilità dell’immobile. Questa deve essere documentata attraverso elementi chiari e rilevabili. La Corte stabilisce che per non dover pagare la TARI, è necessario dimostrare che l’immobile è inidoneo a produrre rifiuti per la sua natura intrinseca o per l’uso cui è destinato.
A titolo esemplificativo, sono considerati inidonei a produrre rifiuti i seguenti tipi di immobili:
- Fabbricati oggettivamente inagibili e di fatto inutilizzati.
- Fabbricati oggetto di ristrutturazione o restauro, con regolare permesso e periodo di non abitabilità non superiore alla data di ultimazione dei lavori.
- Locali riservati a impianti tecnologici, come cabine elettriche e vani ascensori, senza presenza umana.
- Aree di impianti sportivi, sia scoperte che chiuse, dedicate esclusivamente alla pratica sportiva.
- Edifici di culto pubblico e aule dedicate esclusivamente ad attività di catechismo.
Inoltre, per legge, le aree comuni condominiali, come androni e scale, non occupate o detenute in via esclusiva sono escluse dalla TARI.

Un altro aspetto da considerare è l’adozione del regime TARIP, che si sta diffondendo in molti comuni italiani. La TARIP, acronimo di “Tariffa Puntuale”, rappresenta un’evoluzione del sistema TARI tradizionale. Essa premia i cittadini che producono meno rifiuti, calcolando la tassa in base al volume o al peso effettivo dei rifiuti prodotti. Questo nuovo sistema è caratterizzato da due componenti:
- Una quota fissa, legata alla superficie dell’immobile.
- Una quota variabile, basata sul numero effettivo di svuotamenti.
Ogni utente ha diritto a un numero minimo di svuotamenti annuali, ma oltre tale soglia si applica un sovrapprezzo. La TARIP permette di monitorare i rifiuti attraverso l’uso di chip sui contenitori, registrando ogni svuotamento e consentendo di calcolare in modo preciso l’importo dovuto. Questo sistema si basa sul principio europeo “Pay As You Throw”, dove i cittadini pagano in base a quanto effettivamente producono. Attualmente, si stima che circa 872 comuni italiani, corrispondenti all’11% del totale, abbiano adottato questo regime, con la Regione Veneto in testa, seguita da Trentino Alto Adige e Lombardia.
La sentenza della Corte di Cassazione offre un’importante opportunità per rivalutare le proprie responsabilità e, se necessario, procedere con la documentazione adeguata per richiedere esenzioni o ricalcoli della tassa. È essenziale che i proprietari si attivino per comprendere le normative locali e consultare eventualmente un esperto in materia fiscale o legale, evitando così spiacevoli sorprese e oneri economici ingiustificati.