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Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha confermato le notizie diffuse dal quotidiano economico Les Echos, riguardanti la necessità di una nuova leadership all’interno di STMicroelectronics (Stm). Affinché si possa procedere a un cambio al vertice, è fondamentale il supporto del governo francese, che detiene una quota del 14% del capitale, equivalente a quella italiana.
Gestione sotto esame
Il 25 febbraio 2025 segna un’altra giornata negativa per STMicroelectronics, con un calo del 2% in Borsa. Le fonti del Mef evidenziano l’insoddisfazione del governo italiano nei confronti della gestione del presidente e CEO Jean-Marc Chéry, considerata inadeguata. Negli ultimi dodici mesi, il ministero ha sollevato diverse critiche riguardo le scelte strategiche dell’azienda, ma ha anche proposto collaborazioni con il governo francese per affrontare la situazione. È importante sottolineare che la holding di controllo di STMicroelectronics è equamente condivisa tra Italia e Francia, rendendo necessaria una cooperazione tra i due paesi per apportare modifiche significative.
Una crisi profonda
STMicroelectronics si trova attualmente in una fase critica, caratterizzata da risultati finanziari deludenti. Le fonti del Ministero del Tesoro segnalano un calo del 63% dell’utile nel 2024, il che ha alimentato le preoccupazioni del governo di Giorgia Meloni. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva già manifestato la sua opposizione a un eventuale terzo mandato per Chéry, il quale ha mantenuto la sua posizione solo grazie al sostegno dell’ex ministro francese Bruno Le Maire.
Accuse di favoritismi
Le tensioni tra Roma e Parigi si intensificano, con il governo italiano che accusa Jean-Marc Chéry di aver privilegiato gli interessi francesi nella gestione di STMicroelectronics. Nicolas Dufourcq, direttore generale di Bpifrance, ha risposto alle accuse, affermando che le affermazioni di favoritismi sono infondate. Tuttavia, il governo italiano è preoccupato per la recente decisione di avviare una nuova produzione di componenti elettronici vicino a Grenoble, sostenuta da un contributo di 2,9 miliardi di euro da parte del governo francese nell’ambito dell’European Chips Act.
Investimenti in Sicilia
Le critiche italiane si concentrano anche sulla percezione di scarsi investimenti nel paese. Nonostante l’annuncio di STMicroelectronics nel maggio 2024 riguardo alla costruzione di un impianto in carburo di silicio a Catania, il governo italiano teme che i fondi promessi non siano sufficienti. Il progetto prevede un investimento complessivo di 5 miliardi di euro, di cui 2 miliardi provenienti da fondi pubblici, ma le preoccupazioni riguardo alla distribuzione degli investimenti rimangono elevate.
Tensioni in vista dell’assemblea dei soci
Il clima si fa teso in vista dell’assemblea dei soci di STMicroelectronics, prevista per maggio 2025. Secondo quanto riportato da Les Echos, il governo italiano intende sostenere una class action avviata il primo giugno 2024 negli Stati Uniti, che coinvolge non solo Jean-Marc Chéry ma anche il direttore finanziario Lorenzo Grandi e gli altri membri del comitato direttivo, accusati di aver fornito informazioni fuorvianti sui risultati economici dell’azienda.
Tagli al personale in discussione
Il Ministero dell’Economia italiano ha sollevato preoccupazioni riguardo a un piano di riduzione del personale che coinvolgerebbe circa 3.000 dipendenti tra Francia e Italia, pari a una diminuzione del 6% della forza lavoro. I sindacati italiani hanno denunciato che STMicroelectronics ha confermato l’intenzione di effettuare tagli senza presentare un piano industriale solido. Durante un incontro con la direzione di Catania la scorsa settimana, i rappresentanti sindacali hanno espresso la loro contrarietà a questa manovra, che prevede prepensionamenti e uscite volontarie.