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Ecco cosa si respira in queste città, arriva il rapporto di Legambiente (popmag.it)
L’inquinamento atmosferico è tra i problemi più gravi che le città devono affrontare. Ecco il report “Mal’Aria di città 2025” di Legambiente.
Il 2024 ha segnato un anno particolarmente critico per la qualità dell’aria in Italia, con 25 capoluoghi di provincia che hanno superato i limiti di PM10. Inoltre, il 45% delle città non rispetta gli standard futuri sul biossido di azoto (NO2).
Questi dati allarmanti pongono l’accento su una situazione che non sembra migliorare, con metropoli come Milano, Napoli, Verona e Palermo che continuano a respirare un’aria inquinata, mettendo a repentaglio la salute pubblica dei loro cittadini.
Le cause dell’inquinamento
L’inquinamento atmosferico in Italia non è un fenomeno recente, ma le cause sono molteplici e complesse. Tra i principali fattori troviamo il traffico veicolare, che rimane il responsabile principale dell’inquinamento nelle grandi città. La continua crescita del numero di veicoli, insieme alla carenza di un trasporto pubblico efficiente, contribuisce a un aumento esponenziale delle emissioni inquinanti.
In aggiunta al traffico, gli impianti di riscaldamento obsoleti continuano a rappresentare una fonte significativa di inquinamento. Molti edifici, soprattutto nei centri storici, utilizzano sistemi di riscaldamento a combustibili fossili, che emettono elevate quantità di inquinanti.
Un altro fattore critico è rappresentato dall’agricoltura intensiva, in particolare nelle regioni della Pianura Padana, dove l’alta densità di allevamenti contribuisce a un aumento dell’inquinamento atmosferico, con emissioni di metano e ammoniaca che peggiorano ulteriormente la qualità dell’aria.

Inoltre, le condizioni meteorologiche e geografiche delle aree urbane italiane, come il bacino padano, favoriscono l’accumulo di inquinanti, rendendo difficile la loro dispersione. La mancanza di vento e le inversioni termiche possono intrappolare gli inquinanti a livello del suolo, aggravando ulteriormente il problema.
Obiettivi futuri e misure necessarie
Con l’avvicinarsi del 2030, l’Unione Europea ha fissato nuovi standard sulla qualità dell’aria che mirano a ridurre i limiti di PM10 e NO2. Tuttavia, i dati attuali indicano che l’Italia è ancora lontana dal raggiungere questi obiettivi. Senza interventi decisivi, molte città continueranno a violare le normative europee, esponendo il Paese a sanzioni pesanti e, soprattutto, mettendo in pericolo la salute dei cittadini.
In questo contesto, Legambiente ha lanciato la campagna “Città2030”, un’iniziativa volta a sensibilizzare i cittadini e le amministrazioni su come migliorare la qualità dell’aria e promuovere una mobilità sostenibile. Questo progetto prevede un viaggio attraverso 20 città italiane, con l’obiettivo di stimolare un confronto diretto con le istituzioni e promuovere azioni concrete.
La tappa finale della campagna si svolgerà a Roma, in occasione del “Forum Mobilità”, dove esperti, politici e rappresentanti del settore automotive si riuniranno per discutere strategie di transizione ecologica. Questo incontro rappresenta un’opportunità fondamentale per avviare un dialogo costruttivo e mettere in atto soluzioni innovative che possano realmente migliorare la qualità dell’aria nelle città italiane.
Le città più inquinate d’Italia
Le polveri sottili, rappresentate principalmente dal PM10, sono tra i principali inquinanti atmosferici e derivano in larga misura dal traffico veicolare, dal riscaldamento domestico e dalle attività industriali. Nel 2024, le città che hanno registrato il maggior numero di giorni oltre i limiti di PM10 sono state:
- Frosinone: 70 giorni oltre i limiti
- Milano: 68 giorni
- Verona: 66 giorni
- Vicenza: 64 giorni
- Padova e Venezia: 61 giorni
- Cremona, Napoli, Rovigo: 57 giorni
- Brescia: 56 giorni
- Torino: 55 giorni
- Monza: 54 giorni
- Treviso: 53 giorni
Questi dati evidenziano una realtà preoccupante. Non solo le polveri sottili compromettono la qualità dell’aria, ma anche il biossido di azoto (NO2) rappresenta un grave rischio per la salute pubblica. Il NO2, prodotto principalmente dal traffico veicolare, ha registrato livelli preoccupanti, con Napoli e Palermo che mostrano concentrazioni di 40 µg/m³, seguite da Milano e Como con 33 µg/m³. Questi valori superano i limiti stabiliti dall’Unione Europea, rendendo urgente una risposta adeguata da parte delle autorità locali e nazionali.