
Nella capitale russa, Mosca, si sta assistendo a un conflitto interno senza precedenti, con il presidente Vladimir Putin che critica apertamente la Banca Centrale Russa (CBR) per le sue politiche monetarie considerate troppo restrittive. Questa situazione è emersa in un rapporto dell’Institute for the Study of War (ISW), un think tank statunitense, che evidenzia l’aumento delle tensioni tra il Cremlino e la governatrice Elvira Nabiullina. Quest’ultima è sempre più sotto pressione a causa del tasso d’interesse chiave fissato al 21%. Secondo l’ISW, questa frattura ha origini profonde e potrebbe innescare nuovi conflitti all’interno del già fragile sistema di potere russo, messo a dura prova dalle conseguenze economiche e politiche dell’invasione dell’Ucraina.
Il canale Telegram “The Kremlin Whisperer”, vicino a fonti interne del Cremlino, riporta che Putin intende usare la Banca Centrale come capro espiatorio per le difficoltà economiche che affliggono il Paese. Il messaggio è chiaro: chi ostacola la narrazione di un’economia forte e in grado di resistere alle sanzioni occidentali rischia di essere attaccato. La Camera dei Conti del Consiglio della Federazione Russa ha avviato un’ispezione approfondita delle politiche della CBR tra il 2022 e il 2024, un’iniziativa che esula dalle sue competenze tradizionali e che, secondo vari analisti, mira a esercitare pressione sulla governatrice Nabiullina.
Tensione al cremlino
L’intento di Putin è chiaro: ridurre il malcontento tra gli imprenditori russi attribuendo le colpe alla Banca Centrale. La politica restrittiva della governatrice Nabiullina ha come obiettivo il contenimento di un’inflazione ufficiale del 10,1%, ma secondo l’ISW, il dato reale supera il 25% a causa dell’aumento della spesa militare e della carenza di manodopera. Questa situazione grava pesantemente sulle imprese russe, già provate dalle sanzioni occidentali seguite all’invasione dell’Ucraina. Il canale Telegram citato dal think tank informa che la Camera dei Conti ha avviato un audit senza precedenti sulla CBR, interpretato come un attacco diretto a Nabiullina e alle sue decisioni economiche.
Le aziende russe, sotto pressione per l’aumento dei costi energetici e logistici, denunciano l’insostenibilità di un tasso d’interesse chiave così elevato. Il Centro russo per l’analisi macroeconomica e le previsioni a breve termine (CMASF) ha indicato che un’impresa manifatturiera su cinque è costretta a destinare due terzi dei propri utili lordi al pagamento del debito, un dato che mette in luce la fragilità del sistema economico, in particolare nel settore del gas e del carbone. Boris Grozovski, esperto di economia russa presso il Wilson Center, ha dichiarato a Newsweek che la politica della CBR “sta schiacciando le imprese” e che le pressioni del Cremlino potrebbero generare ulteriore instabilità .
I rischi per l’economia russa
Qualora il Cremlino decidesse di evitare ulteriori aumenti dei tassi d’interesse, l’ISW avverte che ciò potrebbe compromettere l’indipendenza della Banca Centrale, minando la capacità di Mosca di gestire l’economia in tempo di guerra. I segnali di crisi si stanno moltiplicando: il Centro russo per l’analisi macroeconomica ha evidenziato che un’impresa manifatturiera su cinque destina due terzi dei profitti al pagamento del debito. Grozovski avverte che l’attuale politica monetaria sta mettendo in ginocchio le aziende, colpite dall’aumento dei costi e dal calo dei margini di profitto, in particolare nei settori del gas e del carbone. Questa spaccatura rischia di allargarsi, con conseguenze imprevedibili per l’economia russa e per il futuro politico di Putin.
L’ISW sottolinea che la pressione su Nabiullina non è un episodio isolato. In passato, la governatrice ha già subito critiche per le sue scelte di politica monetaria, ma il clima attuale appare più teso che mai. L’audit avviato dalla Camera dei Conti potrebbe rappresentare un primo passo verso un cambiamento di leadership alla Banca Centrale o un tentativo di limitarne ulteriormente l’autonomia.