Il mercato azionario statunitense ha subito un forte contraccolpo il 3 marzo 2025, con Wall Street che ha chiuso in netto calo, trascinando con sé le borse di tutto il mondo. A farne le spese è stata soprattutto Tesla, che ha visto evaporare circa 800 miliardi di dollari di valore, un segnale preoccupante legato alle difficoltà nelle vendite in Europa e in Cina.
In un contesto di crescente nervosismo, il presidente Donald Trump ha annunciato l’entrata in vigore di nuovi dazi su acciaio e alluminio, che colpiranno l’industria siderurgica europea. Questa decisione, prevista per il 4 marzo, ha alimentato le preoccupazioni sui mercati finanziari riguardo a possibili recessioni e inflazioni negli Stati Uniti. Ieri, Wall Street ha registrato un tonfo, con il Nasdaq che ha chiuso a -4%.
Nel corso di un’intervista rilasciata a Fox News, Trump ha riconosciuto la possibilità di una contrazione economica, ma ha descritto questo scenario come inevitabile per favorire la ripresa della capacità produttiva e ridurre i disavanzi commerciali. “C’è un periodo di transizione, perché quello che stiamo facendo è molto grande,” ha dichiarato il presidente.
Gli economisti hanno iniziato a lanciare allarmi sul rischio di recessione, basandosi su indicatori come il sentiment dei consumatori e l’aumento dei licenziamenti. La Federal Reserve Bank di Atlanta ha previsto un potenziale crollo dell’economia del 2,8% nel 2025, il peggior risultato dal secondo trimestre del 2020, durante l’apice della pandemia da Covid-19. Il National Bureau of Economic Research ha segnalato un “declino dell’attività economica” che si sta diffondendo in tutto il paese.
I segnali dal mercato azionario sono inequivocabili: la settimana scorsa ha registrato la peggiore performance in sei mesi, con Tesla e Nvidia tra i titoli più colpiti. Tesla ha perso tutti i guadagni ottenuti dopo le elezioni, con un ribasso del 48% e un ulteriore -3,7% registrato ieri. Le vendite in Europa e in Cina sono diminuite drasticamente, rispettivamente del 45% e del 50% a febbraio. Gli analisti di Bank of America hanno lanciato un allarme riguardo a una bolla speculativa nei titoli tecnologici, che potrebbe far crollare l’S&P 500 fino al 40%.
Nel frattempo, il mondo del lavoro sta risentendo di questa situazione. Il tasso di disoccupazione è aumentato al 4,1% a febbraio, rispetto al 4% del mese precedente. Questo incremento è anche il risultato di un massiccio piano di licenziamenti avviato dal Dipartimento per l’Efficienza Amministrativa, che ha portato a casa migliaia di dipendenti pubblici. La crescente disoccupazione si traduce in minore domanda e una crescita economica azzoppata, creando un circolo vizioso con conseguenze potenzialmente devastanti per l’economia globale.