
La proposta di riarmo avanzata dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, prevede un investimento di 800 miliardi di euro per rafforzare la difesa europea. Durante un’intervista con Francesco Borgonovo nella trasmissione Calibro 8 su Radio Cusano Campus, l’economista Carlo Cottarelli ha espresso preoccupazioni riguardo agli effetti economici di tale piano, sottolineando come l’allocazione dell’1,5% del PIL per ciascun paese, incluso l’Italia, non comporterebbe una riduzione del rapporto tra debito pubblico e PIL nei prossimi sette anni. Al contrario, utilizzando l’intero spazio previsto, si potrebbe addirittura assistere a un aumento del rapporto debito/PIL. Attualmente, l’Italia si attesta all’1,6%, lontana dall’obiettivo del 2% fissato un decennio fa, e un incremento di 1,5 punti porterebbe il valore oltre il 3%, un livello mai raggiunto dal paese dall’inizio degli anni ’60.
Analisi della situazione militare
Cottarelli ha messo in evidenza la differenza tra la Russia attuale e l’URSS in termini di potenza militare ed economica, suggerendo che la decisione di aumentare drasticamente le spese per la difesa possa risultare eccessiva. La riduzione dell’impegno statunitense potrebbe sembrare una giustificazione per il riarmo, ma l’economista avverte che la situazione è più complessa di quanto sembri.
Impatto dei dazi sull’economia
Un altro argomento affrontato da Cottarelli riguarda i dazi imposti da Trump. Secondo l’economista, l’impatto macroeconomico di tali misure sull’economia italiana non sarebbe devastante, dato che le esportazioni verso gli Stati Uniti si aggirano attorno ai 65-70 miliardi di euro, rappresentando solo il 2-3% del PIL. Sebbene ci potrebbe essere una riduzione delle esportazioni, non si tratterebbe di uno shock significativo per l’intera economia. Tuttavia, per i settori direttamente coinvolti, l’effetto sarebbe devastante. Cottarelli ha sottolineato che gli Stati Uniti, in caso di guerra commerciale, potrebbero subire meno danni, poiché le loro esportazioni in Europa costituiscono una quota minore della domanda aggregata.
Strategie alternative ai dazi
In merito alla questione dei dazi, Cottarelli ha suggerito che l’Italia potrebbe considerare alternative, come quelle adottate dall’Ontario in Canada, che ha escluso le aziende americane dagli appalti pubblici. Questa mossa ha spinto Trump a riaprire le trattative, portando infine a un compromesso. L’economista ha osservato come la strategia di negoziare con ogni singolo paese possa sembrare vantaggiosa per Trump, richiamando alla mente il noto principio romano del divide et impera, di cui l’ex presidente sembra aver fatto tesoro.