
Il 15 marzo 2025, a Reggio Emilia, si è svolto un convegno significativo organizzato dalla Diocesi locale in collaborazione con l’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti). Questo evento ha visto la partecipazione di diversi attori del mondo del lavoro, tra cui sindacalisti, docenti universitari e dirigenti d’azienda, per discutere la centralità dell’essere umano nell’era dell’intelligenza artificiale e il tema della giusta ricompensa nel contesto lavorativo.
Il dibattito sulla centralità dell’uomo
Il convegno si è tenuto presso il Palazzo del Vescovado, dove i partecipanti hanno affrontato tematiche cruciali legate all’impatto delle nuove tecnologie sul mercato del lavoro. Tra i relatori, Rosamaria Papaleo, segretaria provinciale della Cisl, ha evidenziato le preoccupazioni dei lavoratori riguardo all’intelligenza artificiale, sottolineando che, sebbene questa tecnologia possa generare timori, è fondamentale trasformare le paure in opportunità. Papaleo ha affermato che il sindacato può ancora rivestire un ruolo centrale in questo contesto, promuovendo un dialogo costruttivo tra le parti coinvolte.
Federica Ferraguti, docente universitaria, ha offerto una prospettiva ottimistica, affermando che l’intelligenza artificiale e la robotica non devono essere viste come una minaccia, ma piuttosto come strumenti in grado di supportare e migliorare le condizioni di lavoro. Secondo Ferraguti, l’integrazione di queste tecnologie può portare a un ambiente lavorativo più efficiente e soddisfacente, a patto che si mantenga sempre al centro il valore della persona.
Il ruolo delle istituzioni e dei leader
Fabio Storchi, presidente dell’Ucid e ex presidente di Finmeccanica, ha espresso la necessità di recuperare il valore centrale della persona umana nel contesto economico attuale. Storchi ha osservato che la crescente insoddisfazione e il malcontento diffusi richiedono una riflessione profonda su alternative che possano migliorare la vita di tutti. La sua visione si è concentrata sull’importanza di ripristinare un equilibrio tra progresso tecnologico e benessere umano.
L’arcivescovo di Reggio Emilia, Giacomo Morandi, ha concluso il convegno rinnovando l’auspicio che il bene comune e la promozione umana tornino a essere elementi fondamentali nei processi economici. Morandi ha richiamato l’attenzione sulla necessità di costruire un futuro in cui l’economia civile possa prosperare, mettendo al primo posto le persone e le loro esigenze.
Il futuro del lavoro nell’era digitale
Il convegno ha rappresentato un’importante occasione di confronto tra diverse realtà, evidenziando come il dialogo tra imprenditori, sindacati e istituzioni sia cruciale per affrontare le sfide del mondo del lavoro contemporaneo. Le nuove tecnologie, se ben integrate, possono contribuire a creare un ambiente lavorativo più equo e soddisfacente. Tuttavia, è essenziale che tutti gli attori coinvolti lavorino insieme per garantire che l’intelligenza artificiale e le innovazioni tecnologiche siano utilizzate a beneficio della collettività, piuttosto che come strumenti di esclusione e precarietà.
Il convegno di Reggio Emilia ha messo in luce la necessità di un cambiamento culturale che valorizzi l’essere umano al centro dell’economia, invitando a riflettere su come costruire un futuro lavorativo che sia realmente sostenibile e giusto per tutti.