
New York, 11 marzo 2025 – I mercati finanziari hanno avviato la settimana con un forte calo, influenzati dalle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, riguardo alla possibilità di una recessione nel Paese. In un’intervista a Fox News, Trump ha descritto un “periodo di transizione” per l’economia americana, senza escludere esplicitamente una contrazione economica. Queste affermazioni hanno riacceso i timori di una recessione, un evento che era stato evitato anche nei momenti più critici, come durante la fase post-pandemica. Sebbene alcuni esperti considerino le probabilità di una crisi economica contenute, altri avvertono sui potenziali effetti di una chiusura commerciale eccessiva. I prossimi report economici e le decisioni della Federal Reserve saranno cruciali per valutare la reale direzione dell’economia statunitense e il loro impatto sui mercati globali.
La reazione dei mercati
Le parole di Trump hanno scatenato vendite sui principali indici azionari, con Wall Street che ha chiuso in forte ribasso. Il Dow Jones ha registrato una perdita del 2,08%, l’S&P 500 ha subito un calo del 2,7%, mentre il Nasdaq, l’indice di riferimento per i titoli tecnologici, ha visto un crollo del 4%, segnando il suo più grande ribasso giornaliero dal settembre 2022. A influenzare negativamente il mercato è stato anche il crollo di Tesla, che ha visto le sue vendite in Cina dimezzarsi, portando a una perdita del 15%. Altri titoli tecnologici come Nvidia e Apple hanno subito ribassi intorno al 5%, con Amazon che ha registrato perdite simili. Anche il settore bancario ha visto vendite significative: Citigroup, Morgan Stanley e Goldman Sachs hanno perso oltre il 4%. L’impatto delle dichiarazioni di Trump ha avuto ripercussioni anche sul mercato valutario, con il dollaro che ha raggiunto i minimi da quattro mesi contro l’euro, ora a 1,084 dollari. Anche il Bitcoin è scivolato sotto gli 80.000 dollari, ai minimi dallo scorso novembre, penalizzato dalle incertezze normative e dall’assenza di un piano di acquisti pubblici negli Stati Uniti, come precedentemente annunciato dal presidente. Il petrolio WTI ha chiuso in ribasso dell’1,51%, attestandosi a 66,03 dollari al barile.
Cosa si intende per recessione?
Una recessione economica si verifica quando il prodotto interno lordo (PIL) di un Paese mostra una contrazione per almeno due trimestri consecutivi. Generalmente, una recessione è accompagnata da un calo della produzione industriale, una diminuzione dei consumi, un aumento della disoccupazione e una perdita di fiducia da parte di consumatori e imprese. Le cause di una recessione possono essere molteplici: crisi finanziarie, politiche monetarie restrittive, shock esterni come guerre o pandemie, oppure squilibri strutturali all’interno dell’economia. La comprensione di questi fenomeni è essenziale per analizzare l’andamento economico e le politiche da adottare per stimolare la crescita.
Uno scenario incerto
Negli ultimi giorni, l’amministrazione statunitense ha imposto, sospeso e ripristinato dazi sui principali partner commerciali, inclusi Canada, Messico e Cina. Questa incertezza ha contribuito a destabilizzare gli investitori. Nonostante l’economia statunitense mostri ancora segnali di solidità , diversi analisti hanno abbassato le previsioni di crescita. Un rapporto di JPMorgan Chase indica un “rischio significativamente più elevato” di recessione globale nel 2025 a causa delle “politiche estreme degli Stati Uniti”, stimando la probabilità di una contrazione economica al 40%. Gli analisti di Goldman Sachs hanno aumentato al 20% le probabilità di una recessione negli Stati Uniti entro la fine dell’anno, citando “i cambiamenti nelle politiche come principale fattore di rischio”.
L’effetto geopolitico
Trump ha rivolto un appello al Congresso, parlando dell’inizio di una nuova era di prosperità e difendendo le politiche attuate nei primi giorni del suo mandato. Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm, ha sottolineato come “il dibattito politico abbia influenzato l’andamento dei mercati finanziari”. Gli investitori azionari, in particolare negli Stati Uniti, hanno interpretato l’annuncio di nuovi dazi come un potenziale rischio per la crescita, mentre gli investitori obbligazionari europei hanno visto un aumento nei rendimenti dei titoli di Stato, temendo l’impatto dell’aumento della spesa pubblica sull’emissione di debito. Secondo Flax, le nuove tariffe commerciali potrebbero ostacolare la crescita economica, creando ulteriori incertezze.
Prospettive e dati chiave
La settimana si preannuncia cruciale per comprendere la reale direzione dell’economia statunitense. Domani è atteso il rapporto JOLTS sulle offerte di lavoro, seguito mercoledì dall’indice CPI sull’inflazione di febbraio, giovedì dall’indice PPI e venerdì dall’indagine sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan. Questi dati potrebbero fornire indicazioni più chiare sulle prospettive economiche e sulle eventuali decisioni della Federal Reserve in materia di politica monetaria. Nel frattempo, sono entrati in vigore i dazi di ritorsione imposti dalla Cina sui prodotti agricoli statunitensi. Mercoledì 12 marzo, l’amministrazione Trump attuerà un aumento del 25% sui dazi su tutte le importazioni di acciaio e alluminio, mentre il presidente ha minacciato ulteriori misure tariffarie sui prodotti importati dagli Stati Uniti il mese prossimo. Gli analisti di Morgan Stanley avvertono che queste politiche potrebbero “accelerare le pressioni inflazionistiche e spingere la Fed a mantenere una politica restrittiva più a lungo”.
Le opinioni degli analisti
Le affermazioni di Trump hanno generato un vivace dibattito tra esperti e analisti. Secondo Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, “Trump ha confermato che i rischi di una possibile recessione nel breve termine sono reali, ma le azioni del governo sono necessarie per garantire un lungo periodo di prosperità ”. Tuttavia, il segretario al Dipartimento del Commercio, Howard Lutnick, ha categoricamente escluso la possibilità che gli Stati Uniti possano entrare in recessione. Altri analisti sostengono che le probabilità di recessione rimangono sotto il 50%, ma il rischio potrebbe aumentare se Trump dovesse continuare con politiche protezionistiche estreme. L’incertezza riguardo a questi provvedimenti rende difficile una valutazione precisa degli effetti sull’economia americana. Gli analisti di Bank of America hanno avvertito che “una guerra commerciale prolungata potrebbe ridurre la crescita del PIL di almeno un punto percentuale nel 2025, rendendo più probabile una recessione”.