Protezionismo: un rischio significativo per la stabilità economica globale

Le recenti dinamiche della politica e dell’economia a livello globale hanno un impatto sempre più evidente sulla vita quotidiana delle persone. Decisioni prese a migliaia di chilometri possono influenzare direttamente il lavoro, l’industria e le famiglie, sollevando interrogativi sul futuro della cooperazione internazionale. L’articolo di Paolo Alfieri, pubblicato su Kalaritana Avvenire il 23 febbraio 2025, analizza queste interconnessioni.

Le conseguenze delle decisioni globali

La realtà odierna mostra un mondo che bussa sempre più frequentemente alle nostre porte. Da un lato, si presenta con il sorriso, portando innovazioni e progressi, frutto della cooperazione scientifica internazionale e dei benefici derivanti dal mercato unico europeo. Dall’altro, si fa sentire con insistenza, imponendoci le conseguenze di decisioni che possono generare solo nuovi affanni e grattacapi.

Un esempio lampante è rappresentato dalla guerra in Ucraina, che ha innescato una crisi energetica senza precedenti, facendo lievitare le bollette del gas a livelli mai visti prima. Attualmente, un altro potenziale conflitto commerciale si profila all’orizzonte con l’annuncio di nuovi dazi da parte di Donald Trump. Washington e Bruxelles stanno valutando le ripercussioni di questa situazione, e il rischio di una guerra commerciale tra le due sponde dell’Atlantico è concreto, con possibili ripercussioni su vari settori, dall’acciaio alle automobili, dai prodotti agricoli alle componenti tecnologiche. Nessun settore merceologico può dirsi al sicuro, e l’aumento dei prezzi e dei costi per i consumatori e le imprese potrebbe avere ripercussioni devastanti sull’occupazione e, di conseguenza, sulle famiglie.

Interconnessione tra globale e locale

La connessione tra il livello globale e quello locale è fondamentale e non può essere ignorata. Un’economia globalizzata, in cui le catene del valore operano in modo efficiente, si basa su una cooperazione che ha portato i Paesi a cedere parte della propria sovranità in cambio di accesso a un benessere comune. Tuttavia, il ritorno a politiche di protezionismo, spesso alimentate da un populismo che sfrutta rivendicazioni nazionali, rischia di impoverire tutti. In Africa e nel Sud globale, per esempio, la riduzione dei fondi dell’agenzia di aiuti Usaid, avviata da Trump, ha già portato alla chiusura di programmi umanitari essenziali. Meno bambini avranno accesso all’istruzione, meno individui riceveranno assistenza sanitaria, e meno media indipendenti potranno operare. Questi sono esempi delle ricadute locali di dinamiche globali.

Le conseguenze di uno scontro commerciale

Nessuno trae realmente vantaggio da uno scontro commerciale globale. Anche i produttori domestici, che inizialmente potrebbero beneficiare della riduzione della concorrenza straniera, si trovano a fronteggiare un minore stimolo all’efficienza e all’innovazione sul lungo periodo. I consumatori, da parte loro, si vedono gravati da costi aggiuntivi derivanti dall’aumento dei dazi. Le relazioni tra i Paesi si deteriorano, e la sfida commerciale diventa terreno fertile per ulteriori conflitti. È difficile ignorare i vantaggi di un approccio cooperativo e multilaterale, che si riflettono anche nelle dinamiche quotidiane delle famiglie e nei rapporti lavorativi, dove il globale si manifesta in modi inaspettati.

Paolo Alfieri, con il suo articolo, invita a riflettere su come le scelte politiche e commerciali a livello globale possano avere un impatto diretto sulle vite di tutti noi, sottolineando l’importanza della cooperazione per un futuro prospero e sostenibile.

Published by
Ludovica Loringa