Produzione industriale stagnante da due anni e tre crisi aziendali: l’economia provinciale in crisi crescente

Il panorama economico di Ancona si presenta in una fase di stagnazione, simile a quella che si registra a livello nazionale. Secondo i dati aggiornati al 28 febbraio 2025, la produzione industriale è ferma da 23 mesi, un periodo di crisi che ha colpito duramente il territorio. Tre importanti crisi aziendali hanno interessato la provincia, coinvolgendo circa 600 lavoratori. La richiesta di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) è aumentata del 20,7% nel 2024 rispetto all’anno precedente, con un totale di 7 milioni e 700 mila ore richieste.

Settori in difficoltà

I settori più colpiti dalla crisi sono il tessile e l’abbigliamento, che hanno registrato un incremento del 691% delle ore di CIG, seguiti dai trasporti e comunicazione, con un aumento del 216%, e dal settore chimico-gomma-plastico, che ha visto un incremento del 50%. Questi dati sono stati resi noti dal segretario generale della CGIL di Ancona, Gianluca Toni, durante un’assemblea tenutasi presso la sede della FIGC di Ancona.

La necessità di un piano di rilancio

Toni ha sottolineato l’urgenza di un piano straordinario di investimenti, sia pubblici che privati, per rilanciare la manifattura nella provincia. Nonostante i fondi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che hanno portato circa 420 milioni di euro ad Ancona, il tessuto industriale locale continua a soffrire. Le crisi aziendali più rilevanti includono la Beko, che prevede 225 esuberi tra impiegati e operai, la IMR, ex Caterpillar, con 92 lavoratori coinvolti, e la Giano srl del gruppo Fedrigoni, che coinvolge circa 195 lavoratori.

Situazione critica a Jesi

Particolare preoccupazione suscita la situazione dello stabilimento CNHI di Jesi. Da diversi mesi, il gruppo sta affrontando una crisi profonda nel settore agricolo, a causa della contrazione del mercato europeo. Attualmente, ci sono incertezze riguardo al futuro di circa 800 lavoratori. È importante notare che, fino ad ora, 127 persone hanno già lasciato l’azienda attraverso un accordo sindacale. Un incontro per discutere il nuovo piano industriale è previsto per maggio.

Mobilitazione e referenda

Durante l’assemblea, è stata lanciata anche una campagna per cinque referendum riguardanti il lavoro e la cittadinanza. Il segretario della CGIL ha ribadito l’importanza del voto democratico dei cittadini italiani per restituire dignità e tutele al mondo del lavoro, evidenziando la necessità di un cambiamento significativo nell’attuale situazione economica.

Published by
Ludovica Loringa