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NASPI: i calcoli da fare - (popmag.it)
La conoscenza delle modalità di calcolo della Naspi, delle scadenze e delle detrazioni fiscali può fare la differenza
La Naspi, acronimo di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, è un fondamentale strumento di sostegno al reddito per i lavoratori italiani che si trovano in una condizione di disoccupazione involontaria. Nel 2025, molti si chiedono quale sarà l’importo della Naspi e come calcolarlo. Questo articolo fornisce informazioni dettagliate e aggiornate per chi intende fare domanda di disoccupazione, analizzando le modalità di calcolo e le novità relative agli importi.
La Naspi è un’indennità economica destinata ai lavoratori che perdono involontariamente il lavoro. Introdotta nel 2015, ha sostituito il precedente sistema di indennità di disoccupazione, offrendo un supporto più adeguato alle esigenze dei lavoratori disoccupati. La durata dell’indennità è generalmente di 24 mesi, ma può variare in base ai contributi versati e alla situazione lavorativa del beneficiario.
La rivalutazione degli importi nel 2025
Ogni anno, gli importi della Naspi vengono rivalutati in base all’andamento dell’inflazione. Nel 2025, come specificato dalla circolare Inps n. 25 del 29 gennaio 2024, le soglie di riferimento per il calcolo sono state aggiornate. Questo adeguamento è essenziale per garantire che il sostegno economico rimanga in linea con il costo della vita.
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Il calcolo della Naspi si basa sulla retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni, escludendo i periodi in cui è già stata percepita la Naspi. È importante considerare non solo l’ultimo stipendio, ma anche quelli di eventuali precedenti esperienze lavorative.
Un aspetto importante da considerare è che l’importo iniziale della Naspi si riduce nel tempo. Questa riduzione, chiamata “decalage”, è del 3% al mese e scatta dal sesto mese di fruizione. Questo meccanismo è stato introdotto per evitare che l’indennità di disoccupazione diventi eccessivamente attrattiva, incentivando così i beneficiari a trovare un nuovo impiego.
Dopo i primi cinque mesi di Naspi a 1.155,46 euro, dal sesto mese l’importo si ridurrà progressivamente:
- 6° mese: 1.120,80 euro
- 7° mese: 1.087,18 euro
- 8° mese: 1.054,56 euro
- 9° mese: 1.022,92 euro, e così via.
È importante notare che, per i beneficiari che hanno compiuto 55 anni alla data di presentazione della domanda, la riduzione scatta all’8° mese di fruizione, offrendo un periodo di sostegno più lungo prima della diminuzione dell’importo.
Quando si parla di Naspi, è essenziale chiarire che gli importi forniti sono lordi. Infatti, la Naspi è considerata reddito e, pertanto, soggetta a tassazione. Sull’indennità si applica l’Irpef, e sarà l’INPS a effettuare le trattenute fiscali necessarie.
Tuttavia, i beneficiari possono beneficiare di detrazioni da lavoro dipendente e, se soddisfano i requisiti, anche di altri istituti introdotti per ridurre la pressione fiscale, come il trattamento integrativo previsto per i redditi fino a 15.000 euro.
La Naspi, sebbene rappresenti un valido strumento di sostegno, non è esente da critiche. Molti lavoratori lamentano che gli importi, anche se rivalutati, non sono sufficienti a coprire le spese quotidiane, soprattutto in un contesto di aumento dei costi della vita. La procedura di calcolo, sebbene chiara, può risultare complessa per chi non ha familiarità con le normative fiscali e previdenziali.