Un terzo della popolazione italiana, pari al 34%, risiede in aree costiere o litoranee. Secondo le ultime statistiche, oltre un milione di persone è impiegato in attività direttamente correlate al mare e 230.000 aziende operano nel settore, contribuendo al 10,2% del prodotto interno lordo del Paese. Questi dati, pur con le loro complessità, evidenziano l’importanza dell’economia marittima, un settore che, nonostante le sfide affrontate nel corso degli anni, continua a dimostrare una notevole capacità di adattamento e innovazione. A partire da oggi, ogni lunedì, il Secolo XIX e la sua versione online presenteranno un approfondimento su questo mondo, descritto con competenza da Alberto Quarati e Lucio Poma nel primo numero del magazine.
Il “Blue Economy magazine” è stato creato per dare voce ai protagonisti del settore marittimo, una delle filiere più diversificate d’Europa. Questo ambito spazia dalla cantieristica navale alla difesa subacquea, dal turismo alla logistica integrata, fino alla ricerca e all’industria nautica. Tutti questi settori condividono un obiettivo comune: la sostenibilità. La Commissione Europea ha fatto riferimento alle parole di Sylvia Earle, oceanografa di fama mondiale e prima donna a dirigere la National Oceanic and Atmospheric Administration, per sottolineare l’importanza di questo concetto: “No water, no life. No blue, no green“. La salvaguardia degli oceani e la preservazione della loro bellezza sono elementi fondamentali per chiunque desideri avere un ruolo attivo nella blue economy nei prossimi anni.
Le questioni legate alla geopolitica saranno altrettanto centrali nella nostra iniziativa editoriale. Il settore marittimo possiede un’influenza unica sulle strategie economiche e commerciali a livello globale. Il nostro obiettivo è quello di creare uno spazio per idee innovative e punti di vista unici, promuovendo il dialogo tra operatori del settore e decisori politici. Questo primo spazio, dedicato alla presentazione del magazine, è concepito per stimolare discussioni e costruire percorsi all’interno di una comunità che, siamo certi, ci seguirà con la stessa passione che poniamo nel nostro lavoro quotidiano.