
Milano si trova al centro di un dibattito cruciale riguardante il suo futuro culturale e spirituale. Durante l’evento intitolato “Cultura ed economia: Milano e il suo genio per la civitas di domani”, tenutosi il 15 gennaio 2025 presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, l’arcivescovo Mario Delpini ha espresso la sua visione su come la città non possa prescindere dalla sua storica simbolica, rappresentata dalla Madonnina. Delpini ha sottolineato l’importanza di “guardare in alto”, un invito a mantenere viva la spiritualità e la speranza, elementi che si alimentano attraverso la preghiera.
Nel suo intervento, l’arcivescovo ha messo in evidenza la necessità di una crescita spirituale che possa sostenere la cultura come custode di identità diverse. Ha descritto l’individualismo come una forma di barbarie, avvertendo che talvolta sono proprio i cittadini a facilitare l’ingresso di questa barbarie, spinti dalla stanchezza e dalla rassegnazione nei confronti di un futuro incerto. Delpini ha richiamato alla memoria l’arrivo dei barbari nel Quinto Secolo, sollevando interrogativi su un possibile ritorno di tali forze destabilizzanti nella società contemporanea.
Il legame tra cultura ed economia
L’arcivescovo ha proseguito il suo discorso enfatizzando il legame tra cultura ed economia, due ambiti che dovrebbero comunicare più in termini di spiritualità che di mera reciproca utilità. Secondo Delpini, entrambi i settori necessitano di un’evoluzione che porti a un consolidamento della spiritualità, un concetto che va oltre il semplice profitto economico. Ha esortato i presenti a riflettere su come la vera crescita di Milano possa derivare dall’integrazione di valori spirituali e culturali nella vita quotidiana.
La visione dell’arcivescovo si inserisce in un contesto più ampio, dove la città di Milano è chiamata a rinnovarsi e a rispondere alle sfide del presente con un approccio che abbracci la diversità e la responsabilità collettiva. Delpini ha messo in evidenza l’importanza di prendersi cura delle nuove generazioni, sottolineando che l’impegno per il futuro richiede sforzi e dedizione. La sua riflessione si propone di stimolare un dibattito costruttivo su come Milano possa affrontare le sfide del domani, mantenendo salde le radici della propria identità culturale e spirituale.