MADREDEUS In concerto, Palazzo delle Belle Arti, Bruxelles 5 Dicembre 1994
Per fortuna non tutta la musica รจ rimasta imbrigliata nelle regole ferree e micidiali dello show business; una delle piccole faville impazzite di musica al di fuori degli schemi commerciali รจ sicuramente la musica di Madredeus.
Madredeus riprende la tradizione del fado portoghese, arricchendola con strumentazione acustica e classica, costruendo in questo modo piccoli gioielli musicali. La loro musica, acustica, semplice, lineare, รจ resa indimenticabile dalla voce della cantante, Teresa Salgueiro, bellissima, angelica e solo un pizzico nasale, come richiede la sua lingua madre. Tutto l’insieme gode di un equilibrio naturale invidiabile ed incredibile, che si ricrea ogni volta che i sei musicisti salgono su un palco.
Un altro mistero a proposito di Madredeus รจ l’incredibile successo di cui godono in Belgio: di certo non immeritato, ma a mio giudizio inspiegabile; per darne la misura, basterร dire che i biglietti per i dieci (10!) concerti che hanno tenuto in Belgio negli ultimi 6 mesi sono tutti andati esauriti alcuni mesi prima della data dei concerti stessi.
Il concerto รจ un momento di grande gioia interiore, molto raccolto e misurato, elegante ed austero come si addice al carattere della loro gente e del loro paese. Tutti i musicisti si presentatano elegantemente vestiti di scuro, la cravatta ed il gilet come unica macchia di colore tra il bianco ed il nero di tutto il resto. Teresa รจ bellissima, con i capelli neri raccolti sopra il capo; il bel vestito dal taglio tradizionale la copre con grande sobrietร e lascia intravvedere, con una malizia sapiente, solo un misurato decoltรจ.
Il concerto si apre con le note dall’ultimo lavoro dal gruppo, O espรญrito da paz, e le prime parole cantate da Teresa provocano nel sottoscritto un lungo e profondo brivido. L’emozione si dilunga in tutte le fasi del concerto, interrotta solo dall’intervallo.
Mentre la prima parte del concerto รจ tutta dedicata all’ultima fatica discografica del gruppo, tra cui spicca una fedele ed affascinante versione del Concertino, la seconda รจ estremamente variegata, ed insieme a brani da tutti gli episodi della loro discografia, raccoglie anche alcuni inediti ed alcuni brani popolari, evidentemente famosi. Vicino alla fine, il violoncellista lascia il suo strumento per una barcarole, una minuscola strofetta a capella, insieme a Teresa; un piccolo gioiello.
Il concerto evolve verso la fine, senza che l’atmosfera di austeritร ed equilibrio venga mai meno, solo il calore del pubblico permette a Teresa qualche divagazione, e le falle nel suo francese imperfetto vengono colmate da qualche volonteroso spettatore. Una ovazione del pubblico, alla fine tutto in piedi, saluta la fine dello spettacolo di una delle novitร musicali piรน fresche ed interessanti di questi anni 90.