
La giornata di oggi, 5 marzo 2025, ha visto la Borsa di Wall Street subire un pesante crollo, alimentato da timori legati a una possibile guerra commerciale e a una recessione economica negli Stati Uniti. La Casa Bianca ha cercato di minimizzare l’impatto di questa situazione, affermando che esiste una netta distinzione tra il mercato azionario e la salute delle aziende americane. Un funzionario dell’amministrazione ha dichiarato che “quello che stiamo osservando nelle aziende è più significativo per l’economia a lungo termine rispetto a quanto accade in Borsa”.
Andamento delle contrattazioni
La giornata di contrattazioni è stata segnata da un generale clima di incertezza, con le piazze finanziarie europee che hanno chiuso in calo: Milano ha registrato un arretramento dello 0,95%, mentre Francoforte ha subito una perdita dell’1,69%. Wall Street ha chiuso con un rosso profondo, con il titolo di Tesla che ha archiviato la seduta con un calo di oltre il 15%. Anche altre aziende del settore tecnologico, come Amazon e Apple, hanno mostrato segni di difficoltà, contribuendo al crollo complessivo.
Dettagli sul mercato
Nel dettaglio, il Dow Jones ha chiuso con una perdita del 2,08%, mentre il Nasdaq ha visto un calo del 4%, bruciando oltre mille miliardi di dollari di capitalizzazione. Anche il Bitcoin ha subito un contraccolpo, scivolando sotto gli 80.000 dollari, il livello più basso dall’ultimo novembre. Il prezzo del petrolio Wti ha chiuso a 66,03 dollari al barile, con un calo dell’1,51%. Gli investitori sono sempre più preoccupati per gli effetti delle politiche commerciali di Donald Trump, temendo un rallentamento dell’economia americana, se non addirittura una recessione a causa dei nuovi dazi.
Tariffe e incertezze
Le recenti tariffe imposte dalla Cina su alcuni prodotti agricoli americani e la minaccia della provincia canadese dell’Ontario di interrompere l’elettricità verso gli Stati Uniti, in particolare per gli stati confinanti come New York, Minnesota e Michigan, stanno contribuendo ad alimentare il clima di incertezza. Questi sviluppi pongono l’economia americana di fronte a sfide significative, indipendentemente dai potenziali tagli dei tassi di interesse da parte della Fed. Nonostante le preoccupazioni, Trump ha descritto il periodo attuale come una “fase di transizione” e ha invitato tutti a mantenere la calma, affermando che “stiamo facendo grandi cose”.
Richieste di chiarezza
Il presidente ha anche respinto le richieste delle aziende per una maggiore chiarezza sui dazi, sostenendo che “tutto è molto chiaro”. Tuttavia, il segretario al commercio, Howard Lutnick, ha cercato di rassicurare affermando che “non ci sarà alcuna recessione”. Le sue parole, però, non sono riuscite a placare i timori degli investitori, che temono che le previsioni della Fed di Atlanta possano avverarsi, con una contrazione del PIL del 2,4% nel primo trimestre, il che rappresenterebbe la performance peggiore dall’era del Covid.
Previsioni economiche
Le previsioni economiche americane stanno peggiorando, con JPMorgan che stima un rischio di recessione nel 2025 al 40%, in aumento rispetto al 30% di inizio anno. Gli economisti della banca avvertono di un rischio concreto che gli Stati Uniti possano scivolare in recessione a causa delle politiche radicali adottate. Goldman Sachs ha incrementato le probabilità di recessione nei prossimi 12 mesi dal 15% al 20%, avvertendo che queste potrebbero ulteriormente aumentare se l’amministrazione Trump proseguirà con le sue politiche nonostante un deterioramento dei dati economici.
Rivisitazione delle previsioni
In Morgan Stanley, le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso, mentre le aspettative di inflazione sono aumentate, creando un mix pericoloso che potrebbe portare a una stagflazione. La mancanza di una netta smentita da parte di Trump riguardo all’ipotesi di recessione ha aumentato l’ansia a Wall Street, contribuendo al calo dei listini, che hanno registrato la loro peggiore settimana da settembre.
Performance del mercato
Il Dow Jones ha chiuso con un calo del 2,08%, mentre lo S&P 500 ha perso il 2,7%. Il Nasdaq ha subito un affondo di oltre il 4%, con una perdita complessiva di oltre mille miliardi di dollari. Le vendite hanno colpito in particolare le banche e i giganti della tecnologia. Citigroup, Morgan Stanley e Goldman Sachs hanno registrato perdite superiori al 4%. Tra le aziende più colpite, Tesla ha guidato i ribassi, perdendo oltre il 15% a causa del crollo delle vendite in Cina e delle distrazioni politiche del suo CEO, Elon Musk.
Cyberattacco e impatti
In aggiunta alle sfide di Tesla, Musk ha segnalato un “massiccio cyberattacco” contro X, affermando che “siamo attaccati tutti i giorni” e che le risorse utilizzate per questo attacco sono notevoli, suggerendo l’intervento di un gruppo ben organizzato o di uno stato. Il crollo di Tesla ha avuto ripercussioni anche sulle altre aziende tecnologiche, con Apple, Meta, Alphabet, Nvidia e Amazon che hanno perso oltre il 5%, mentre Microsoft ha limitato le perdite al 3,5%.