In Europa, l’incertezza regna sovrana non solo nell’ambito economico, ma anche in quello politico, a causa delle recenti posizioni assunte dall’amministrazione americana e del suo avvicinamento alla Russia di Vladimir Putin. Si discute sempre più di una “nuova era globale”, ricca di incognite. Negli Stati Uniti, la situazione non è meno complessa, con l’attenzione rivolta all’andamento dei principali indicatori economici, in particolare all’inflazione, che suscita nuovamente preoccupazioni. Per questo motivo, la Federal Reserve (Fed) ha deciso di sospendere i tagli ai tassi d’interesse, in attesa di una valutazione più approfondita della situazione.
Negli Stati Uniti, la crescente quotazione dell’oro è sintomo dell’incertezza economica. Si torna a parlare della possibilità di rivalutare le riserve auree nazionali e del loro utilizzo da parte del Tesoro. Questa questione, delicata e controversa, rischia di estendersi anche all’Europa, in particolare all’Italia. Negli anni recenti, si è tentato di ricorrere alle riserve di Bankitalia per scopi di finanza pubblica. È fondamentale prepararsi a possibili pressioni per riprendere in considerazione tale ipotesi, che presenta molteplici aspetti discutibili e potenzialmente illegittimi. La posizione della Banca Centrale Europea (Bce) e di Banca d’Italia sarà cruciale, soprattutto alla luce delle esperienze passate.
La divergenza di opinioni tra i membri del vertice della Bce è già evidente. È necessario riflettere sul ruolo della Bce in un’Unione Europea in difficoltà, che deve mantenere la propria autonomia e il proprio prestigio. Tuttavia, non è realistico aspettarsi che la Banca Centrale possa svolgere un ruolo di supplenza in caso di crisi prolungate. Si tratta di un’istituzione tecnocratica, la cui legittimazione democratica è indiretta e deriva dall’ordinamento europeo.
Le opinioni divergenti all’interno dell’istituto meritano attenzione. Il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, sostiene che sia necessaria un’ulteriore riduzione dei tassi di riferimento, avvertendo che un allentamento monetario insufficiente potrebbe portare a un’inflazione troppo bassa nel medio termine. Al contrario, Isabel Schnabel, membro del direttivo della Bce, ritiene che non si possa più considerare attiva una politica di restrizione monetaria e che sia giunto il momento di valutare una sospensione dei tagli ai tassi.
Le differenze di opinione sulla gestione della politica monetaria si intensificano, mentre il contesto politico si complica ulteriormente, anche a causa dei nuovi rapporti tra Stati Uniti e Unione Europea. È fondamentale seguire gli sviluppi in vista della riunione del Direttivo della Bce, prevista per il 6 marzo. Le elezioni politiche in Germania, fissate per il 23 febbraio, influenzeranno sicuramente le discussioni e le decisioni future.
Il convegno dei conservatori americani del 22 febbraio e la riunione del G7 del 24, così come le iniziative in Ucraina nel terzo anniversario dell’invasione, contribuiranno a formare un quadro da esaminare con attenzione. Le posizioni di Schnabel hanno già avuto ripercussioni sui mercati. La comunicazione e la chiarezza delle discussioni all’interno degli organi competenti sono diventate cruciali. Le opinioni divergenti devono essere chiarite e formalizzate, altrimenti si rischia di perpetuare confusione e incomprensioni.
Un aspetto di fondamentale importanza riguarda il funzionamento dell’organo, che non può più essere trascurato. È necessario affrontare la questione della capacità di sintesi da parte della presidenza dell’istituto. Le finalità di politica monetaria perseguite dalla Bce si trovano in conflitto con il suo bilancio, che per l’esercizio 2024 evidenzia una perdita di 7,9 miliardi. Sebbene non si tratti di una catastrofe, il mantenimento della stabilità dei prezzi rimane prioritario. La questione dell’autonomia finanziaria è cruciale e rappresenta una componente essenziale dell’autonomia complessiva della Bce. La Bce si trova ora ad affrontare una fase di impegni straordinari, non solo in ambito monetario ma anche nella vigilanza bancaria.