Confartigianato ha accolto con favore la nuova legge regionale che destina un plafond di 47 milioni di euro per sostenere le piccole e medie imprese (PMI) venete. Questa iniziativa, finalizzata all’attrazione di investimenti, si è rivelata fondamentale per incentivare lo sviluppo economico della regione.
La legge, approvata nel gennaio 2025, ha come obiettivo principale quello di promuovere l’insediamento di nuovi complessi produttivi e favorire l’aggregazione tra le imprese. Tuttavia, Confartigianato ha evidenziato l’importanza di garantire che i benefici derivanti da questi investimenti si estendano a tutto il tessuto economico locale, non limitandosi ai grandi attori del mercato.
Secondo Roberto Boschetto, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto, è essenziale che le micro e piccole imprese, che costituiscono il motore dell’economia veneta, siano coinvolte in modo strutturale nel processo di sviluppo. La legge, pur rivolta principalmente alle grandi aziende, deve garantire che le risorse siano distribuite in modo equo, favorendo una crescita inclusiva e sostenibile.
Le piccole e medie imprese rappresentano il cuore pulsante dell’economia veneta e, secondo Confartigianato, è fondamentale che esse non vengano escluse dai benefici previsti dalla legge. Con un plafond di 47 milioni di euro, la legge mira a stimolare investimenti nei settori del digitale, dell’ambiente e del sociale. Tuttavia, l’associazione sottolinea la necessità di un approccio di filiera, affinché gli incentivi non finiscano per avvantaggiare esclusivamente le grandi aziende.
Boschetto ha affermato che è cruciale garantire un equilibrio tra l’attrazione di investimenti e la protezione delle PMI. Questo approccio non solo favorirebbe una crescita economica più equilibrata, ma contribuirebbe anche a rafforzare la competitività del sistema produttivo veneto nel suo complesso.
Un aspetto critico messo in evidenza da Devis Zenari, Presidente di Confartigianato Imprese Verona, riguarda l’implementazione di meccanismi di controllo rigorosi per evitare il rischio di delocalizzazione da parte degli investitori stranieri. Zenari ha sottolineato che il vincolo di cinque anni per il mantenimento degli insediamenti potrebbe non essere sufficiente per evitare fenomeni di “mordi e fuggi” una volta scaduti gli incentivi.
Per affrontare questo problema, Confartigianato propone di affiancare alla riduzione dell’Irap e agli altri incentivi anche interventi di semplificazione burocratica. Questi cambiamenti sono considerati essenziali per garantire una crescita sostenibile e duratura, in grado di preservare i posti di lavoro e stimolare l’occupazione nel lungo termine.
Un ulteriore elemento chiave riguarda il ruolo delle associazioni imprenditoriali nel monitoraggio degli investimenti. Confartigianato Veneto chiede che queste organizzazioni non si limitino a un ruolo promozionale, ma che possano partecipare attivamente alla valutazione e al monitoraggio degli investimenti. Questo approccio garantirebbe che gli incentivi concessi portino a risultati concreti in termini di crescita e occupazione.
L’associazione è convinta che la vera sfida consista nel trovare un equilibrio tra l’attrazione di investimenti e la salvaguardia dell’economia locale. È fondamentale che le PMI non vengano marginalizzate e che la legge, pur rappresentando un’importante opportunità per il Veneto, venga corretta per assicurare un impatto positivo e duraturo sul territorio.