News

Legge 104, ti spetta di diritto ma in pochi lo sanno: nessuno può opporsi

Le barriere architettoniche rappresentano un ostacolo significativo per molte persone, in particolare per quelle con disabilità.

Questi elementi strutturali limitano o rendono difficoltoso il movimento e l’utilizzo degli spazi da parte di individui con difficoltà motorie. È fondamentale comprendere come la normativa italiana si sia evoluta nel tempo per garantire l’accessibilità degli spazi condominiali e la tutela dei diritti di queste categorie vulnerabili.

La Legge n. 13 del 1989 ha segnato un passo importante introducendo le prime disposizioni normative in materia di accessibilità degli spazi pubblici e privati, con un focus particolare sui condomini. Questa legge ha esteso la protezione non solo alle persone con disabilità ai sensi dell’art. 3 della Legge 104 del 1992, ma anche a coloro che, a causa dell’età avanzata o di condizioni fisiche limitanti, incontrano difficoltà nella mobilità. Questo approccio inclusivo ha gettato le basi per ulteriori sviluppi legislativi.

Nel corso degli anni, la normativa ha subito modifiche, tra cui la Legge n. 67 del 2006, che ha previsto tutele specifiche per le persone con disabilità vittime di discriminazione in vari ambiti, contribuendo a creare un quadro giuridico più robusto, mirato a garantire pari opportunità e accessibilità a tutti.

Rimozione delle barriere architettoniche

Un elemento cruciale della legislazione attuale è rappresentato dall’articolo 1120 del Codice Civile, che stabilisce che la rimozione delle barriere architettoniche all’interno dei condomini può essere deliberata dall’assemblea condominiale con la maggioranza semplice dei presenti, come previsto dall’art. 1136 del Codice Civile. Questo significa che, anche se non si raggiunge la maggioranza necessaria, un singolo condomino ha il diritto di procedere con tali interventi a proprie spese, sottolineando l’importanza della responsabilità individuale nella promozione dell’accessibilità.

Recentemente, il decreto-legge n. 212 del 29 dicembre 2023 ha introdotto una serie di agevolazioni fiscali per la rimozione delle barriere architettoniche. Tuttavia, il raggio di applicazione di queste misure è stato limitato rispetto alle normative precedenti. Il beneficio fiscale massimo del 75% è ora riservato esclusivamente a interventi specifici, come l’installazione di scale, rampe, ascensori, montascale e piattaforme di sollevamento. Questo cambiamento evidenzia la necessità di un attento bilanciamento tra costi e benefici per i condòmini.

Ruolo dell’amministratore condominiale (www.popmag.it)

L’amministratore condominiale gioca un ruolo fondamentale in questo processo. Egli è obbligato a convocare l’assemblea entro trenta giorni dalla richiesta di un condomino interessato alla rimozione delle barriere architettoniche. È cruciale che la richiesta contenga dettagli specifici sugli interventi proposti; in caso contrario, l’amministratore deve sollecitare il condomino a fornire le informazioni necessarie. Inoltre, le innovazioni che possano compromettere la stabilità o la sicurezza del fabbricato, alterare il decoro architettonico o rendere inservibili alcune parti comuni sono espressamente vietate.

Un aspetto importante da considerare è che la Legge n. 67 del 2006 definisce tre forme distinte di discriminazione nei confronti delle persone con disabilità: discriminazione diretta, discriminazione indiretta e molestie. La discriminazione diretta si verifica quando una persona con disabilità riceve un trattamento meno favorevole rispetto a una persona senza disabilità, mentre la discriminazione indiretta si verifica quando disposizioni apparentemente neutrali causano svantaggi per le persone con disabilità.

Recentemente, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17138/2023, ha ribadito l’importanza della rimozione delle barriere architettoniche, affermando che la loro presenza costituisce una forma di discriminazione indiretta. Questo chiarimento giuridico è fondamentale per garantire che le persone con disabilità possano accedere liberamente agli edifici e partecipare attivamente alla vita sociale.

La rimozione delle barriere architettoniche non è solo una questione di conformità normativa, ma anche un imperativo morale e sociale, rispondendo all’esigenza di garantire la piena partecipazione delle persone con disabilità alla vita pubblica, in linea con i principi di dignità e diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana.

Published by
Roberto Arciola