
Il settore della Blue Economy si riconferma come un elemento fondamentale per l’Italia, in grado di unire la sostenibilità ambientale con la crescita economica. Questo è stato il tema centrale del convegno che si è svolto a Napoli il 12 aprile 2025, organizzato dalla Fabbrica Italiana dell’Innovazione, dal The International Propeller Club Port of Salerno e dal Port of Naples, in collaborazione con ForMare – Polo Nazionale per lo Shipping. L’evento, moderato da Roberto Napoletano, direttore de Il Mattino, ha visto la partecipazione di esperti e rappresentanti del settore marittimo.
Il ruolo strategico della blue economy
Durante il panel intitolato “L’ecosistema dell’Innovazione dell’Economia del Mare: istruzioni per l’uso”, Mario Mattioli, Presidente della Federazione del Mare, ha messo in evidenza l’importanza del comparto marittimo nell’economia italiana. Con un valore complessivo stimato in 180 miliardi di euro, la Blue Economy contribuisce per oltre il 10% al PIL nazionale. Questo dato sottolinea non solo il peso economico del settore, ma anche la sua capacità di attrarre investimenti e creare occupazione. La Blue Economy si configura quindi come un pilastro dell’economia italiana, capace di generare opportunità e crescita in un contesto sempre più competitivo.
Innovazione e sostenibilità: le sfide del settore marittimo
La principale sfida per il settore marittimo è mantenere la competitività rispettando i principi della sostenibilità ambientale. Secondo Mattioli, per trasformare la Blue Economy in un modello di sviluppo sostenibile è fondamentale accelerare le riforme, ridurre la burocrazia e semplificare le procedure. La digitalizzazione deve essere un obiettivo primario, garantendo al contempo il rispetto delle normative. L’innovazione tecnologica emerge come un driver essenziale per migliorare l’efficienza energetica e per ridurre l’impatto ambientale delle attività marittime, rendendo il settore più resiliente e pronto ad affrontare le sfide future.
Formazione e sviluppo delle competenze nel settore marittimo
Affermare la leadership dell’Italia nella Blue Economy implica un forte investimento nella formazione e nello sviluppo delle competenze professionali. L’industria marittima ha bisogno di figure altamente specializzate, capaci di gestire le nuove tecnologie e di implementare soluzioni innovative per la sostenibilità. In questo contesto, la collaborazione tra imprese, istituzioni e centri di ricerca diventa cruciale. Solo attraverso un approccio integrato sarà possibile formare professionisti in grado di rispondere alle esigenze del mercato e alle sfide ambientali.
Inclusione e governance nel settore marittimo
Un aspetto fondamentale riguarda la governance del settore e la necessità di una maggiore inclusione. Attualmente, la presenza femminile nel comparto marittimo è ancora insufficiente. Colmare questo divario è essenziale per garantire una crescita equilibrata e sostenibile. È necessario promuovere iniziative che favoriscano l’inclusione di donne e giovani, creando un ambiente di lavoro più diversificato e innovativo.
Strategia per un futuro sostenibile
Mattioli ha concluso il suo intervento con una frase significativa: “To be green, think blue”. La transizione ecologica deve essere supportata da una strategia integrata che valorizzi il mare come risorsa fondamentale per lo sviluppo economico del Paese. Questo obiettivo richiede investimenti, cooperazione e una visione a lungo termine, in grado di guidare l’Italia verso un futuro sostenibile.
Per ulteriori dettagli e aggiornamenti sul convegno, è possibile visitare la pagina LinkedIn della Fabbrica Italiana dell’Innovazione.