Le implicazioni di una “Grande coalizione” per l’economia tedesca

Le recenti elezioni federali in Germania hanno portato a un risultato complesso, con la CDU/CSU che ha conquistato il 28,5% dei voti, rendendo necessaria una partnership con la SPD per formare una nuova “Grande coalizione”. Gli esperti economici stanno ora analizzando le implicazioni di questo scenario, focalizzandosi in particolare sulla riforma del freno al debito e sulle politiche fiscali future.

La necessità di una coalizione

La CDU/CSU, guidata da Friedrich Merz, ha ottenuto la maggioranza dei seggi nel Bundestag, totalizzando 208 seggi. Tuttavia, la situazione è complicata dalla presenza di un panorama politico frammentato, dove l’estrema destra di Alternativa per la Germania (AfD) ha guadagnato 152 seggi. La SPD, sotto la guida di Olaf Scholz, ha subito una significativa perdita, scendendo a 120 seggi, mentre i Verdi hanno ottenuto 85 seggi, evidenziando un calo rispetto alle elezioni precedenti. In un risultato sorprendente, l’estrema sinistra, rappresentata da Die Linke, ha quasi raddoppiato le aspettative, conquistando 64 seggi.

Un evento notevole è stato il crollo del Partito Democratico Libero (FDP), che ha perso tutti i 91 seggi precedentemente ottenuti, non riuscendo a superare la soglia del 5% per l’ingresso in Parlamento. La dimissione del suo leader, Christian Lindner, ex ministro delle Finanze, segna un cambio significativo nel panorama politico tedesco. Carsten Brzeski, esperto di macroeconomia di ING, ha commentato che il panorama politico è ora più frammentato che mai, e nonostante la CDU/CSU sia risultata vincitrice, non ha ottenuto il chiaro mandato di riforma sperato da Merz.

Le sfide del freno al debito

La formazione di un nuovo governo non sarà semplice. Markus Söder, leader della CSU, ha già escluso la possibilità di alleanze con i Verdi, lasciando la CDU/CSU con l’unica opzione di tornare a una “Grande coalizione” con la SPD. Questo tipo di alleanza non è nuovo nella storia politica tedesca, avendo già avuto luogo in diverse occasioni tra il 1966 e il 2021. Le sfide legate a questa alleanza sono molteplici, in particolare la necessità di trovare un equilibrio tra le diverse posizioni politiche e le aspettative degli elettori.

Uno dei temi cruciali che il nuovo governo dovrà affrontare è la riforma del freno al debito, una misura che limita severamente l’indebitamento pubblico. Goldman Sachs ha messo in evidenza che la presenza dell’AfD e di Die Linke, che insieme detengono 216 seggi, potrebbe ostacolare qualsiasi modifica costituzionale necessaria per attuare cambiamenti significativi. Niklas Garnadt, economista di Goldman Sachs, ha sottolineato le posizioni contrapposte di questi partiti riguardo alla spesa e alla riforma del debito.

Nonostante le difficoltà, ci sono alternative per aumentare la capacità fiscale del governo. Una delle possibilità è l’utilizzo di finanziamenti europei per le spese militari, che non verrebbero conteggiati nel freno al debito. Un’altra opzione è una riforma del freno al debito che potrebbe ricevere il supporto di Die Linke se legata a maggiori investimenti. Inoltre, il governo potrebbe invocare la clausola di salvaguardia in caso di crisi esterne, permettendo temporaneamente di superare i limiti di indebitamento.

Prospettive per il futuro

Gli economisti esprimono scetticismo riguardo alla possibilità che un governo formato da CDU/CSU e SPD possa attuare riforme strutturali significative. Secondo Brzeski, il desiderio di stabilità economica e politica tra i cittadini tedeschi e europei rimane forte, ma è difficile che il prossimo governo possa generare risultati economici sostanziali al di là di qualche piccolo cambiamento. Le aspettative di riforma del sistema pensionistico appaiono particolarmente basse.

Le reazioni dei mercati finanziari sono state positive dopo i risultati elettorali. Lunedì, l’indice Dax ha registrato un incremento dell’1,6% alle 11:00 CET, con titoli come Vonovia SE e Rheinmetall AG a guidare i guadagni. Gli analisti di DWS hanno rilevato un senso di urgenza tra i leader politici, che potrebbe facilitare la formazione di una coalizione, portando a sviluppi positivi per i mercati nel medio termine.

Published by
Luca Lincinori