“Le conseguenze dei dazi di Trump: impatti negativi sull’economia americana”

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha recentemente affermato che i dazi imposti serviranno a rendere l’America “di nuovo ricca e grande”. Tuttavia, analisi condotte da istituzioni come la Tax Foundation, la Brookings Institution, il Wall Street Journal e il Peterson Institute for International Economics (Piie) mettono in evidenza che tali misure potrebbero avere un impatto devastante sull’economia americana, con una stima di una riduzione del 0,5% del prodotto interno lordo (PIL) ogni anno e la perdita di 223 mila posti di lavoro. Le famiglie più colpite, in particolare quelle che hanno sostenuto Trump, potrebbero subire un costo medio di 1.200 dollari all’anno a causa di queste politiche.

Il 4 marzo 2025, i nuovi dazi del 25% sulle importazioni dal Canada e dal Messico, insieme a un ulteriore 10% sulla Cina, sono entrati in vigore. Nonostante ciò, le trattative continuano, come confermato dal segretario al Commercio, Howard Lutnick, che ha indicato che alcuni settori potrebbero essere esentati. Lutnick ha dichiarato che l’amministrazione sta valutando attentamente la situazione, e ha annunciato una sospensione temporanea dei dazi per le case automobilistiche provenienti da Messico e Canada, dopo colloqui con i leader di Ford, General Motors e Stellantis.

Le reazioni sui mercati finanziari sono state immediate, con un significativo calo dei listini borsistici e proteste da parte di diversi settori industriali, che si trovano ad affrontare un aumento dei costi di produzione. I consumatori, in particolare coloro che hanno votato per Trump, sono i più penalizzati. L’editoriale del Wall Street Journal ha evidenziato come i dazi imposti dal presidente colpiscano proprio i suoi sostenitori, definendo questa situazione come un “trionfo dell’ideologia sul buonsenso”.

Numerosi think tank indipendenti stanno analizzando gli effetti dei dazi, e i risultati sono unanimemente negativi. La Tax Foundation prevede che i nuovi dazi ridurranno la crescita economica a lungo termine dello 0,2%% del PIL, con una perdita di 223 mila posti di lavoro e una contrazione dei redditi dello 0,6%% al netto delle imposte.

Impatto economico dei dazi

La Brookings Institution conferma le stime della Tax Foundation, indicando che i dazi sulle importazioni dal Canada e dal Messico potrebbero ridurre la crescita economica degli Stati Uniti dello 0,25%% del PIL, con un potenziale aumento a 0,3%% in caso di ritorsioni da parte dei due paesi. Questa situazione potrebbe comportare una perdita di produzione stimata tra 45 e 75 miliardi di dollari e una diminuzione dell’occupazione compresa tra 177 mila e 400 mila posti di lavoro.

Oltre ai dazi su Canada e Messico, Trump ha anche annunciato misure simili per la Cina e l’Unione Europea, oltre a dazi generalizzati su alluminio, acciaio e autoveicoli. Secondo la Tax Foundation, l’impatto cumulativo di tutte queste misure potrebbe portare a una perdita di oltre 0,5%% del PIL ogni anno.

Un aumento senza precedenti delle tasse

L’aumento delle tasse e la restrizione del commercio sono senza precedenti dal Dopoguerra. La Tax Foundation stima che l’aliquota tariffaria media su tutte le importazioni salirà dal 2,5%% nel 2024 al 13,8%%, il livello più alto dal 1939. Questo aumento è paragonabile all’aliquota imposta dallo Smoot-Hawley Tariff Act, che contribuì ad aggravare la Grande Depressione.

Nel complesso, i dazi su Messico, Cina e Canada potrebbero aumentare le entrate fiscali federali di 142 miliardi di dollari nel 2025, equivalenti a un aumento medio delle tasse di 1.072 dollari per ogni nucleo familiare statunitense. Il Peterson Institute for International Economics (Piie) conferma che il costo dei dazi per la famiglia media americana è di oltre 1.200 dollari all’anno, un paradosso per coloro che hanno sostenuto Trump per la sua promessa di contrastare l’inflazione. Nonostante tutto, il presidente continua a minimizzare la situazione, affermando che si tratta solo di “un po’ di disturbo”.

Published by
Ludovica Loringa