La proposta di Draghi per un debito comune nell’Europa in crisi economica

Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea e attuale consulente speciale della presidente della Commissione Europea, ha presentato il suo rapporto nella Sala Koch del Senato italiano il 19 marzo 2025. Durante il suo intervento, Draghi ha sollevato questioni cruciali riguardanti la sicurezza e la difesa dell’Unione Europea, in un contesto di crescente tensione geopolitica.

Il mercato dei capitali e la difesa comune

Nel suo discorso, Mario Draghi ha evidenziato la necessità di un meccanismo di debito europeo e di un mercato unico dei capitali per finanziare la difesa dei 27 Stati membri dell’Unione. Ha sottolineato che la sicurezza non deve limitarsi a fucili e missili, ma deve includere anche droni, tecnologia digitale, spazio e cybersicurezza. Per raggiungere questi obiettivi ambiziosi, Draghi ha proposto l’istituzione di un comando centrale che possa coordinare le forze armate europee, nonché la creazione di una base industriale comune per la difesa.

Il discorso di Draghi ha fatto eco a un ritorno a una politica di forza, simile a quella dell’Ottocento, in un momento in cui l’economia europea si trova a fronteggiare sfide senza precedenti. La richiesta di un’azione unitaria da parte dell’Europa è stata ribadita, con l’intento di agire come un’unica entità, piuttosto che come una somma di stati sovrani.

Le reazioni politiche e le proposte di Giorgia Meloni

L’intervento di Draghi ha preceduto quello della premier Giorgia Meloni, che ha colto l’occasione per rispondere ad alcune delle sue affermazioni. Meloni ha enfatizzato che la difesa non consiste solo in armamenti, ma ha anche sottolineato l’importanza di affrontare il tema delle migrazioni come parte integrante della sicurezza nazionale. Ha proposto di utilizzare i fondi del piano “Rearm EU” per finanziare iniziative legate alla gestione dei flussi migratori, suscitando dibattiti all’interno della Commissione Europea.

Meloni ha anche manifestato il suo disaccordo con l’idea di Draghi di cedere parte della sovranità europea, affermando che l’Europa deve rimanere un’unione di nazioni sovrane. Questa divergenza di opinioni mette in luce le tensioni interne sull’approccio da adottare in materia di difesa e sicurezza.

Le sfide economiche e il futuro della difesa europea

Un aspetto centrale del discorso di Draghi è stata la critica alla gestione attuale del piano “Rearm EU”. Ha messo in evidenza che l’aumento della spesa nazionale potrebbe tradursi in un incremento delle importazioni dagli Stati Uniti, piuttosto che in un rafforzamento dell’industria europea. Secondo Draghi, è essenziale passare da una logica di spesa nazionale a una strutturazione di una difesa europea più integrata.

La questione del debito comune è stata identificata da Draghi come l’unica soluzione per unire paesi con situazioni fiscali diverse, come la Germania e l’Italia. Ha avvertito che senza una cooperazione efficace, i singoli Stati rischiano di continuare a finanziare l’industria americana a spese dei propri contribuenti.

Il dibattito sulla difesa europea si inserisce in un contesto più ampio di trasformazione dell’economia e delle politiche sociali, con Draghi che ha messo in guardia contro i rischi di un’economia di guerra. Le sue osservazioni pongono interrogativi su come l’Europa possa affrontare le sfide attuali, mantenendo al contempo i valori fondamentali di solidarietà e coesione sociale.

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Luca Lincinori