La ’ndrangheta contemporanea: infiltrazioni nell’economia italiana

Dopo aver prevalso nella guerra di mafia contro la famiglia Dragone, i membri della famiglia Grande Aracri hanno potuto concentrarsi sulle loro attività imprenditoriali. Questi individui hanno intrapreso investimenti nel settore immobiliare, si sono dedicati al riciclaggio di capitali illeciti e hanno realizzato operazioni di false fatturazioni, affermandosi come esponenti di una ‘ndrangheta moderna, caratterizzata da un approccio imprenditoriale. Operando in modo discreto, hanno saputo spartirsi i lavori e infiltrarsi in settori altamente redditizi dell’economia, come quello delle discoteche, adottando metodi sofisticati per penetrare nel tessuto sociale ed economico della regione emiliana.

Dettagli del processo Grimilde

Queste dinamiche sono state dettagliatamente ricostruite dai giudici della Corte di Appello di Bologna, che hanno motivato la sentenza del processo Grimilde, derivante dalle indagini sulle ramificazioni dell’operazione Aemilia. In questa sede, sono state esaminate le posizioni di tredici imputati, con la pena di Francesco Grande Aracri aumentata da 19 a 24 anni. La Corte ha ritenuto che egli ricoprisse un ruolo di vertice all’interno dell’associazione mafiosa, contrariamente a quanto stabilito in precedenza dal tribunale di Reggio Emilia.

Infiltrazioni della ‘ndrangheta in Emilia

Il processo Grimilde ha avuto come fulcro le infiltrazioni della ‘ndrangheta in Emilia, con particolare attenzione alla località di Brescello, l’unico comune dell’Emilia-Romagna ad essere stato sciolto per mafia nella sua storia. Il legame di Francesco con Nicolino Grande Aracri, suo fratello, è stato considerato dai giudici come un elemento che rafforza il suo profilo criminale. Tuttavia, ciò non implica che non avesse una propria autonomia e potere decisionale nel territorio di Reggio Emilia.

Ruolo di comando e collegamenti

La Corte ha sottolineato che la sua posizione di vertice è avvalorata da numerose dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Nonostante l’indagine Edilpiovra del 2004, Francesco ha continuato a mantenere un ruolo di comando, delegando però alcune responsabilità ai figli, scegliendo di rimanere il più possibile nell’ombra. Tuttavia, ha mantenuto collegamenti diretti con la casa madre cutrese e ha sfruttato i suoi buoni rapporti con l’amministrazione di Brescello, in particolare con i sindaci Coffrini, padre e figlio, per consolidare la sua influenza nella zona.

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Ludovica Loringa