La crescita economica non arresta l’emorragia di talenti all’estero

Il 2025 si presenta come un anno cruciale per il Mezzogiorno, un territorio che mostra segnali di crescita e innovazione, ma che continua a fronteggiare sfide significative. Nonostante i risultati incoraggianti nel prodotto interno lordo (PIL) e un aumento delle esportazioni, il Sud Italia si trova a dover affrontare un’emorragia di talenti che ne compromette il potenziale di sviluppo.

Il PIL del Sud supera quello del Centro-nord

Nel biennio 2023-2024, il Sud Italia ha registrato una crescita del PIL superiore a quella del Centro-Nord, con un incremento dello 0,8% rispetto allo 0,6% del Centro-Nord, secondo quanto riportato dalla Svimez. Questo sorpasso è attribuibile alla maggiore difficoltà del Centro-Nord, più vulnerabile alla crisi industriale e alle fluttuazioni delle esportazioni. La ripresa economica del Sud è stata sostenuta anche da investimenti provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dal superbonus e dall’accelerazione dei pagamenti dei fondi europei relativi al ciclo 2014-2020.

Nel 2024, il trend positivo delle esportazioni dal Mezzogiorno è proseguito, con un incremento dell’1,7% nei primi nove mesi dell’anno, in contrapposizione alla crescita dello 0,6% della media nazionale. Questi dati evidenziano un dinamismo economico che, sebbene incoraggiante, non riesce a trattenere i giovani laureati, i cosiddetti “cervelli”, che continuano a emigrare in cerca di opportunità migliori.

Innovazione e startup in crescita

Un altro aspetto positivo per il Mezzogiorno è la crescente attenzione verso l’innovazione e le startup. Secondo l’Osservatorio di Cribis, il Sud e le isole rappresentano il 27,7% delle realtà innovative in Italia, posizionandosi al secondo posto dopo il Nord Ovest, che detiene il 35,1%. Questo sviluppo è accompagnato da un aumento degli investimenti industriali, favoriti dalla Zona Economica Speciale (ZES) Unica, che ha ricominciato a rilasciare autorizzazioni dopo un periodo di stasi all’inizio del 2025.

Il settore turistico, inoltre, sta vivendo un momento di grande vivacità, registrando performance record che contribuiscono a migliorare l’immagine del Mezzogiorno come meta attrattiva. Tuttavia, questi progressi non sono sufficienti a fermare il fenomeno dell’emigrazione giovanile.

Emigrazione dei talenti e sfide demografiche

Nonostante le buone notizie sul fronte economico, il Mezzogiorno deve affrontare una grave crisi demografica. Tra il 2013 e il 2022, circa 168.000 laureati hanno lasciato il Meridione, un dato allarmante che evidenzia la difficoltà del territorio nel trattenere le proprie risorse umane più qualificate. Questa emorragia di talenti ha un impatto significativo sull’economia locale, compromettendo la possibilità di sfruttare appieno il potenziale di crescita.

Il Mezzogiorno, pur mostrando segni di vitalità e innovazione, si trova quindi a dover affrontare una sfida cruciale: come riuscire a trattenere i giovani e attrarre nuovi talenti in un contesto di crescita. La combinazione di un’economia in ripresa e di una continua fuga di cervelli rappresenta un paradosso che richiede soluzioni efficaci e tempestive per garantire un futuro sostenibile e prospero per il territorio.

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Luca Lincinori