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Il 61% degli italiani riconosce l’importanza delle proprie scelte economiche, ma spesso non agisce a causa di una scarsa fiducia nei comportamenti altrui. Questo dato è emerso dal Primo Rapporto sulla Nuova Economia in Italia, realizzato da NeXt Economia con il supporto della Fondazione Unipolis, il braccio operativo del Gruppo Unipol. Lo studio ha indagato il grado di consapevolezza e mobilitazione degli italiani rispetto a pratiche di consumo, produzione e risparmio responsabile, evidenziando un panorama complesso e sfaccettato.
Il valore della nuova economia
La ricerca ha messo in luce quanto sia cruciale realizzare la Nuova Economia, un concetto che implica un cambiamento verso l’equità e la sostenibilità all’interno dei sistemi economici e sociali. Tuttavia, tale trasformazione richiede un approccio collettivo, in cui intervengono molteplici variabili. Gli studiosi hanno identificato sei fattori chiave per comprendere come questi elementi influenzano la vita quotidiana delle persone e quali misure adottare per modificare i comportamenti: 1) Conoscenza degli strumenti della nuova economia; 2) Credibilità delle aziende, secondo la percezione degli intervistati; 3) Disponibilità a pagare per prodotti sostenibili; 4) Accesso all’informazione; 5) Consapevolezza dell’urgenza di un cambio di paradigma; 6) Consapevolezza dell’impatto delle scelte economiche sulla sostenibilità .
I risultati indicano che la media del campione analizzato si attesta a un punteggio di 0,472 su 1, segnalando un livello di consapevolezza generale sotto la soglia della sufficienza. Esaminando i vari sotto-campioni, il gruppo con il punteggio più alto è costituito da individui attivamente coinvolti (0,521), seguito da imprenditori (0,517) e da persone con un alto reddito e livello d’istruzione (0,499). Anche gli sportivi (0,493), gli under 40 (0,489) e i volontari (0,488) mostrano punteggi superiori alla media, mentre le donne (0,476) e gli abitanti del nord Italia (0,473) si attestano leggermente sotto.
Relazioni tra benessere e nuova economia
I dati rivelano un legame evidente tra livelli più elevati di Nuova Economia e il benessere percepito. Chi si colloca nel gruppo con punteggi sopra la media riporta una maggiore soddisfazione nella vita, con un punteggio medio di 7,61 rispetto a 6,92. La significatività statistica di queste differenze (IC 95%) conferma l’affidabilità di questa correlazione. Parallelamente, si notano differenze significative anche nelle relazioni interpersonali: le interazioni familiari, amicali e lavorative sono percepite come più soddisfacenti tra coloro che hanno alti livelli di Nuova Economia, suggerendo che l’inclusione economica e sociale promuove una maggiore armonia nelle relazioni personali.
Un aspetto di notevole interesse riguarda la fiducia negli altri, che si attesta a 6,41 contro 5,28, e la felicità derivante dal miglioramento delle condizioni altrui, con punteggi di 9,29 rispetto a 8,82. Questi dati indicano un orientamento altruistico e una visione più positiva del contesto sociale. In generale, l’analisi suggerisce che una partecipazione attiva alla Nuova Economia non solo favorisce il benessere individuale, ma contribuisce anche a creare un forte senso di comunità e fiducia tra le persone.
Prospettive future e sfide da affrontare
Il professor Leonardo Becchetti, cofondatore di NeXt Economia, sottolinea come la crisi climatica e la transizione ecologica abbiano reso evidente che le scelte di consumo e risparmio influenzano profondamente le persone e l’ambiente. Secondo Becchetti, i comportamenti responsabili sono già diffusi, ma per diventare una cultura comune è necessaria la presenza di regolamentazioni e infrastrutture adeguate, come dimostrato dalla raccolta differenziata. Le persone che “votano col portafoglio” e che contribuiscono attivamente alle loro scelte risultano più soddisfatte della propria vita. Il civismo e la cittadinanza attiva sono più comuni tra chi è abituato a impegnarsi per raggiungere obiettivi, dimostrando che la felicità è il risultato di progetti di vita ben definiti.
La principale sfida consiste nel rafforzare i fattori che possono stimolare la crescita della Nuova Economia. Questi includono norme sociali condivise, infrastrutture fisiche efficienti, ecosistemi digitali avanzati e reti relazionali solide, capaci di connettere individui e organizzazioni in modo sinergico. L’obiettivo è promuovere lo sviluppo di competenze generative e cooperative, indispensabili per affrontare le complesse dinamiche economiche e sociali contemporanee.
La Fondazione Unipolis, da anni attiva nella diffusione della sostenibilità , ha collaborato con l’Università di Tor Vergata per colmare le lacune nel sistema formativo. Marisa Parmigiani, direttrice della fondazione, afferma che l’idea di misurare l’impatto sui comportamenti pratici è cruciale per promuovere un cambiamento significativo nel modello di sviluppo. Attraverso esperienze formative accessibili e pratiche, è possibile favorire un cambiamento sistemico verso modelli economici più responsabili e inclusivi.