Il rallentamento della crescita economica italiana è ora confermato dai dati definitivi forniti dall’Istat. Nel 2024, la crescita ha registrato un incremento dello 0,7 per cento, ben al di sotto dell’1 per cento previsto dal governo. Anche per il 2025, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha comunicato che l’obiettivo di crescita fissato all’1,2 per cento dovrà essere rivisto. Tuttavia, nonostante queste previsioni poco rosee, i conti pubblici italiani mostrano una tenuta sorprendente, con risultati migliori rispetto a quanto stimato dal governo solo quattro mesi fa nel Piano di Bilancio presentato in Europa.
Nel 2024, l’andamento della crescita ha subito un arresto, fermandosi allo 0,7 per cento rispetto all’1 per cento inizialmente previsto. Le previsioni dell’Istat di gennaio indicavano un incremento dello 0,5 per cento, ma non consideravano gli effetti del calendario. Pertanto, il dato definitivo mostra una leggera miglioria. Più significativi sono i dati relativi al deficit e al debito pubblico. Nel Piano di Bilancio presentato in Europa, il governo aveva stimato un disavanzo del 3,8 per cento per l’anno precedente, mentre l’Istat ha certificato un deficit del 3,4 per cento. Anche le stime sul debito pubblico hanno evidenziato un miglioramento, passando dal 135,8 per cento del Pil previsto a un 135,3 per cento definitivo, con una riduzione di circa dieci miliardi di euro. Un dato di particolare rilevanza è quello relativo all’avanzo primario, che rappresenta la differenza tra le entrate tributarie e le spese al netto degli interessi sul debito pubblico. Il governo aveva previsto un surplus modesto dello 0,1 per cento nel 2024, mentre l’anno si è chiuso con un avanzo dello 0,4 per cento.
L’aumento delle entrate tributarie ha avuto un effetto collaterale, portando a un incremento della pressione fiscale. Questa è aumentata di oltre un punto percentuale, passando dal 41,4 per cento al 42,6 per cento. Inoltre, la spesa per interessi è cresciuta del 9,5 per cento, alimentata dall’andamento dei tassi di interesse negli scorsi anni. Questi dati hanno suscitato la soddisfazione del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha affermato che le cifre «confermano che la finanza pubblica è in una condizione migliore del previsto». Giorgetti ha descritto l’avanzo primario certificato dall’Istat come «una soddisfazione morale», sottolineando che la crescita corrisponde alle previsioni aggiornate a dicembre. Tuttavia, ha avvertito che è fondamentale non fermarsi, poiché la sfida della crescita si colloca in un contesto difficile, non solo per l’Italia ma per tutta l’Europa. Il ministro ha fatto riferimento alle tensioni sul commercio mondiale e alle politiche protezionistiche adottate dall’amministrazione americana, che ha annunciato dazi del 25 per cento sulle esportazioni europee.
Le reazioni delle opposizioni politiche sono state critiche nei confronti del governo. Francesco Boccia, presidente dei senatori del Partito Democratico, ha dichiarato: «Con Meloni e Salvini aumentano le tasse e sale il debito pubblico». Matteo Renzi ha aggiunto che «il governo di sovranisti aumenta le tasse e fa male all’Italia», mentre il Movimento 5 Stelle ha etichettato l’esecutivo Meloni come «il governo delle tasse e dell’austerity». Anche Angelo Bonelli, leader dei Verdi, ha commentato che l’Istat «sbugiarda Meloni, con lei le tasse sono in aumento». La situazione economica italiana continua a essere al centro del dibattito politico, con le forze di opposizione che mettono in discussione le misure adottate dall’attuale governo.