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L’economia della Cina, attualmente la seconda più grande al mondo, si trova a fronteggiare sfide significative nel 2025. Secondo l’analisi di Arnout van Rijn, Portfolio Manager del team multi asset di Robeco, le obbligazioni cinesi hanno sovraperformato le azioni negli ultimi quattro anni, sebbene il mercato azionario abbia mostrato segnali di ripresa negli ultimi sei mesi, principalmente grazie all’entusiasmo per l’intelligenza artificiale.
La situazione attuale è caratterizzata da un mutamento di paradigma, con la Cina che cerca di superare la deflazione, una condizione economica in cui i prezzi diminuiscono, riducendo la domanda dei consumatori e influenzando negativamente la crescita economica. Questo fenomeno ha avuto un impatto devastante sull’economia giapponese a partire dagli anni ’90, portandola a una recessione protratta.
La transizione dalla deflazione in Cina
La prospettiva per gli investimenti in Cina suggerisce che gli investitori azionari potrebbero superare quelli obbligazionari, simile a quanto avvenuto in Giappone. Negli ultimi quattro anni, chi ha investito in obbligazioni ha tratto vantaggio dalla deflazione, mentre negli ultimi sei mesi gli investitori azionari hanno iniziato a recuperare terreno. Ma ci si chiede se siamo davvero giunti alla fine della deflazione in Cina.
Il consumo di acciaio da parte della Cina è sette volte superiore a quello dell’Unione Europea, nonostante le due regioni abbiano un PIL simile. La Cina, con una base di asset in transizione, ha storicamente puntato sugli investimenti in capitale fisico. Tuttavia, il paese sta affrontando difficoltà e cerca di passare da un modello di crescita basato sugli investimenti a uno incentrato sul consumo. Questa transizione non è ancora riuscita a decollare, a causa della bassa fiducia dei consumatori e della crescita stagnante dei redditi. Con un tasso di risparmio che si attesta al 44%, la propensione al risparmio è elevata, alimentata dalla mancanza di sicurezza sociale e dalla debolezza del settore immobiliare.
Le sfide dei dazi e la crescita economica
Le misure economiche del governo cinese sono ulteriormente complicate dai dazi che il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, intende imporre sulla Cina, nel tentativo di ridurre il disavanzo commerciale. Nel novembre 2024, il disavanzo commerciale degli Stati Uniti ha raggiunto i 78,2 miliardi di dollari, di cui 25,4 miliardi di dollari provenienti dalla Cina.
Nel 2025, il governo cinese dovrà agire con cautela per raggiungere un obiettivo di crescita del 5%, cercando di ripristinare la fiducia interna mentre affronta le minacce provenienti dall’amministrazione statunitense. Dopo un periodo di flessione, i prezzi delle abitazioni in Cina hanno iniziato a stabilizzarsi, ma rimane da vedere se ci sarà un aumento degli acquisti immobiliari dopo il Capodanno lunare.
La Cina non ha registrato un’inflazione significativa negli ultimi dieci anni, mantenendo sotto controllo la crescita monetaria. Nel 2022, l’inflazione cinese era solo del 2%, mentre negli Stati Uniti e in Europa si attestava all’8%. Attualmente, la Cina si trova in una fase di deflazione, mentre le posizioni debitorie raggiungono livelli record, una situazione preoccupante.
Il futuro dello yuan
Nel 2025, l’attenzione si concentrerà sullo stato dello yuan. Gli investitori nei mercati emergenti si pongono una domanda cruciale: la valuta cinese rimarrà stabile? Molti considerano lo yuan debole, ma in realtà la sua posizione è più complessa. La comunità internazionale tende a focalizzarsi sul tasso di cambio con il dollaro, mentre negli ultimi dieci anni il valore dello yuan rispetto all’euro è rimasto sostanzialmente invariato.
Dopo un periodo di rafforzamento dal 2021, lo yuan si trova oggi a meno del 5% rispetto ai livelli del 2015, quando la sua forza era considerata un problema. Tuttavia, un certo deprezzamento è possibile, specialmente se gli Stati Uniti dovessero implementare ulteriori dazi.
Un mercato azionario in evoluzione
La Cina presenta un mercato azionario vasto e significativo, con una capitalizzazione di mercato pari al 56% del PIL, rispetto al 230% degli Stati Uniti. Questo dato suggerisce opportunità di valore per gli investitori.
Nonostante la deflazione persista, ci sono rischi di sovraccapacità , in particolare nel settore industriale, dove le previsioni sugli utili rimangono negative. Tuttavia, l’azionario cinese beneficia di politiche pubbliche favorevoli e molte aziende di grandi dimensioni, meno vulnerabili ai cicli economici, stanno registrando revisioni al rialzo delle stime.
Questo contesto giustifica una preferenza per i mercati offshore, che presentano una minore esposizione ai titoli industriali e una maggiore concentrazione su azioni legate ai consumi e alla tecnologia. Si prevede un potenziale rimbalzo dell’azionario cinese, con opportunità da cogliere nel 2025, l’Anno del Serpente.