
A sei settimane dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, il panorama economico degli Stati Uniti presenta segnali di crescente preoccupazione. Le perdite di Wall Street, unite a una stagnazione nei dati sull’occupazione e a manovre incerte sui dazi, stanno contribuendo a un clima di instabilità . Le recenti scelte del presidente, tra cui i tagli al settore pubblico, hanno innescato un rallentamento che mette a rischio il motore produttivo americano.
Segnali di crisi economica
A partire dall’inizio di marzo 2025, l’analisi dei dati economici mostra una tendenza negativa. Il principale indice di borsa, lo S&P 500, ha registrato una flessione del 3,1% nella settimana, portando a perdite complessive dall’insediamento di Trump come 47esimo presidente. Questa situazione riflette una fragilità economica che si manifesta anche nei dati occupazionali; il Bureau of Labour Statistics ha riportato che a febbraio sono stati creati solo 151 mila posti di lavoro, ben al di sotto delle previsioni che stimavano un incremento di 160 mila. Anche il tasso di disoccupazione, sebbene rimanga relativamente basso, è aumentato al 4,1%.
In aggiunta, il numero di lavoratori part-time per motivi economici ha raggiunto quasi 5 milioni, il livello più alto dal maggio 2021. Questi dati suggeriscono che molte persone non riescono a trovare contratti a tempo pieno, evidenziando una crescente precarietà nel mercato del lavoro. Le aspettative di inflazione tra i consumatori hanno subito un brusco incremento, spingendo la Federal Reserve a interrompere i tagli ai tassi di interesse.
Le incertezze della politica commerciale
Le manovre di Trump sui dazi, iniziate con l’annuncio di un incremento del 25% sui prodotti provenienti da Messico e Canada, hanno subito una rapida inversione di rotta. In meno di 48 ore, il presidente ha fatto marcia indietro, senza ottenere alcuna concessione da parte delle controparti. Tuttavia, il raddoppio dei dazi sulla Cina dal 10% al 20% rimane in vigore. Queste oscillazioni evidenziano una mancanza di chiarezza e determinazione nel piano economico dell’amministrazione, contribuendo a un clima di incertezza che potrebbe avere effetti negativi sulla crescita.
Le recenti dichiarazioni di Howard Lutnick, segretario al Commercio, rivelano ulteriormente il clima di insicurezza che pervade l’amministrazione. Lutnick ha suggerito di escludere l’impatto del settore pubblico dal calcolo del prodotto interno lordo, una proposta che suscita forti dubbi tra gli esperti. La preoccupazione principale è che i licenziamenti e i tagli al personale governativo possano avere ripercussioni dirette sulla crescita economica.
Le conseguenze sui dati economici
A metà marzo 2025, la situazione si complica ulteriormente con la decisione di sciogliere due comitati di esperti, il Federal Economic Statistics Advisory Committee e il Bureau of Economic Analysis Advisory Committee, che fornivano supporto alle agenzie federali per garantire la qualità dei dati economici. Questa scelta solleva interrogativi sulla trasparenza e l’affidabilità delle statistiche economiche in un momento già critico.
La pressione esercitata dalle continue oscillazioni sui dazi e dai tagli alla spesa pubblica ha creato un clima di incertezza, allontanando la prospettiva di quella “età dell’oro” che Trump ha promesso. La situazione attuale potrebbe tradursi in un’economia paralizzata dall’incertezza, con effetti tangibili sulla vita quotidiana degli americani. Le ripercussioni di queste politiche potrebbero presto manifestarsi in modo evidente nei dati economici, sollevando ulteriori interrogativi sulla direzione futura dell’economia statunitense.