«I muri raccontano la storia di un uomo»

Nella mattinata del 25 gennaio 2025, l’Università di Trento ha reso omaggio a Nino Andreatta, figura di spicco nella storia repubblicana italiana, in occasione del venticinquesimo anniversario dalla sua scomparsa. L’evento si è svolto nell’Aula Kessler, dove si sono riuniti amici, familiari, studenti e colleghi per ricordare il contributo significativo di Andreatta come economista, politico e accademico. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha aperto la cerimonia con un messaggio che ha sottolineato il valore e l’impatto di Andreatta sulla società italiana.

Il ricordo di Nino Andreatta

Nel suo intervento, il Presidente Mattarella ha descritto Nino Andreatta come un “economista di vaglia, intellettuale e uomo politico coraggioso”, evidenziando il suo slancio modernizzatore e la sua visione per il bene comune. L’Università di Trento ha scelto di commemorare Andreatta non solo per il suo ruolo di fondatore dell’ateneo, ma anche per il suo impegno nella vita pubblica italiana. Tra i partecipanti, il figlio Filippo Andreatta ha condiviso aneddoti personali, mentre Romano Prodi, ex allievo e collaboratore di Andreatta, ha ricordato il suo impatto duraturo, descrivendo il professore come un uomo di grande intelligenza e ironia.

Prodi ha anche sottolineato il legame profondo di Andreatta con il Trentino, affermando che era “più trentino di quanto gli stessi trentini pensino”. La sua carriera accademica a Trento iniziò nel 1963 e durò fino al 1967, durante la quale ha influenzato molte generazioni di studenti e studiosi. La sua eredità è evidente non solo nei suoi allievi, ma anche nelle istituzioni che ha contribuito a creare.

Le testimonianze di amici e colleghi

Durante l’evento, Enrico Letta ha condiviso il suo ricordo di Andreatta, evidenziando la sua capacità di lasciare un segno indelebile nelle vite di coloro che lo circondavano. Letta ha presentato un volume dedicato ad Andreatta, contenente documenti inediti e riflessioni sul suo pensiero. Ha sottolineato come Andreatta fosse un esempio di generosità intellettuale, capace di far progredire le idee senza attaccarsi a una paternità esclusiva.

Franco Bernabè, presidente del Consiglio di amministrazione dell’Università di Trento, ha parlato del contributo di Andreatta nel dibattito sulle privatizzazioni negli anni Novanta, definendolo un politico che non temeva di affrontare battaglie impopolari per il bene comune. Ha ricordato come Andreatta, inizialmente scettico nei confronti del movimento studentesco, si sia poi aperto alle trasformazioni sociali, contribuendo a modernizzare l’università e il sistema educativo.

Il lascito di Nino Andreatta

La figura di Nino Andreatta è stata descritta come un simbolo di modernità e coraggio. Durante la mattinata, è emerso il suo ruolo cruciale nell’elaborazione del Piano urbanistico provinciale, un’iniziativa che ha trasformato il Trentino in un esempio di sviluppo sostenibile e coesione sociale. Romano Prodi ha enfatizzato come questo piano abbia contribuito a superare le divisioni tra aree urbane e montane, promuovendo un approccio strategico alla governance provinciale.

La tavola rotonda ha visto la partecipazione di diversi accademici e politici, tra cui Luigi Bonatti e Daria de Pretis, che hanno discusso della visione politica ed economica di Andreatta. Hanno messo in luce la sua capacità di anticipare le sfide future e di prendere decisioni coraggiose, anche quando impopolari.

Il rettore Flavio Deflorian ha concluso l’evento ricordando le molteplici sfaccettature di Andreatta, sottolineando l’importanza di unire le diverse anime della società. Ha descritto Andreatta come un esempio da seguire, incarnando valori di coraggio, generosità e rigore morale. La sua eredità continua a ispirare le nuove generazioni, invitando tutti a riflettere sull’importanza di un impegno etico e sociale nella vita pubblica.

Published by
Ludovica Loringa