I consigli di amministrazione femminili in Lombardia: la Sardegna avanza di più

Milano – La situazione della rappresentanza femminile nei consigli d’amministrazione in Lombardia nel 2025 mostra un quadro complesso e in parte deludente. Nonostante la regione sia considerata un modello di eccellenza economica, il numero di donne nei board aziendali rimane inferiore alla media nazionale. Secondo un rapporto presentato durante l’assemblea regionale di Manageritalia, che rappresenta i vertici delle aziende e sostiene il terzo settore, Milano registra solo 19,9 donne ogni 100 membri nei consigli, contro una media italiana del 20,02%.

Il posizionamento della lombardia

Il divario, sebbene minimo, colloca Milano e le province circostanti al dodicesimo posto in Italia. Sorprendentemente, la Lombardia è superata da regioni come la Sardegna, che guida con una percentuale del 22,6%, e il Molise, con il 22,2%. Anche la Sicilia e il Lazio, entrambe al 21,9%, si posizionano meglio. Tra le regioni con performance inferiori, spiccano Marche, Campania, Veneto, Calabria e Puglia, mentre il Trentino si attesta all’ultimo posto con un preoccupante 16,4%. Nonostante ciò, la Lombardia si distingue per il numero di dirigenti privati, con un totale di 55.720, di cui il 76,7% sono uomini, una percentuale leggermente inferiore rispetto al 78% nazionale. Tuttavia, dal 2008 al 2022, la crescita femminile nel settore ha registrato un incremento del 101,03%, superiore al 86,6% della media italiana, evidenziando un cambiamento significativo, anche se la strada da percorrere è ancora lunga.

Le dichiarazioni di manageritalia lombardia

Paolo Scarpa, presidente di Manageritalia Lombardia, esprime un cauto ottimismo riguardo alla situazione. “Negli ultimi decenni, il mondo del lavoro ha vissuto una trasformazione notevole: le donne stanno guadagnando terreno, apportando valore e competenze” ha dichiarato Scarpa. Quasi la metà delle manager italiane risiede a Milano o in Lombardia, un dato positivo che, secondo lui, non deve far trascurare l’importanza di politiche che favoriscano la conciliazione tra vita lavorativa e familiare. È fondamentale affrontare le disparità salariali e rimuovere gli ostacoli esistenti. Tuttavia, il quadro rimane complesso: su 58.659 aziende analizzate, il 64,8% non ha nemmeno una donna nel proprio consiglio d’amministrazione, mentre la media nazionale è del 66,7%. Solo il 9% dei board è composto esclusivamente da donne, percentuale che in Italia sale al 10,9%.

Trend positivi nella rappresentanza femminile

Nonostante le difficoltà, la tendenza è incoraggiante. La rappresentanza femminile nei consigli d’amministrazione cresce del 5% all’anno, in confronto al 3,8% delle altre regioni. Se si considerano anche i ruoli dirigenziali, la crescita annuale arriva all’8,8%. Milano si conferma leader per numero di manager, con 44.500 figure, registrando un incremento dell’11% nella presenza femminile. Un dato interessante arriva da Lodi, dove non solo i dirigenti sono aumentati del 4,1%, ma la quota femminile ha raggiunto il 20%, superando molte altre realtà lombarde. D’altro canto, Varese e Sondrio mostrano dati negativi con una diminuzione rispettivamente dell’8,4% e del 4,5%, dovuta a un calo degli investimenti in capitale umano.

Il panorama delle imprese femminili in lombardia

Secondo Conflavoro, la Confederazione delle PMI italiane, il contesto è favorevole per le imprese femminili, che rappresentano il 22,2% del totale in Italia, impiegando 4,7 milioni di persone e generando un fatturato vicino ai 240 miliardi di euro, corrispondente a quasi il 12% del PIL nazionale. La Lombardia si posiziona al primo posto in Italia con 182.000 aziende femminili, pari al 15% del totale nazionale. Se si includono le lavoratrici autonome, la regione raggiunge un totale di 236.000, attestandosi come leader anche a livello europeo.

Published by
Ludovica Loringa