
Gli analisti dei principali think tank globali, che assistono i governi nella formulazione delle strategie di politica estera, si trovano in accordo su un punto cruciale: il presidente russo, Vladimir Putin, ha obiettivi ben definiti riguardo all’Ucraina e sa esattamente quali limiti non oltrepassare nei negoziati attualmente in corso a Riad, in Arabia Saudita. Questi traguardi, già chiaramente delineati da Putin, non sono mai stati oggetto di ripensamenti. Il suo approccio si basa principalmente su un elemento: il tempo. Mentre il presidente americano Donald Trump sembra desideroso di concludere rapidamente le trattative, in linea con il suo stile mercantile, Putin punta a sfruttare la durata delle negoziazioni, richiedendo concessioni agli ucraini prima ancora di sedersi al tavolo.
Obiettivi strategici di Putin
Oltre ai dettagli delle trattative, Putin persegue un disegno più ampio: un accordo globale con gli Stati Uniti, che lo riporterà nel “Grande Gioco” e gli consentirà di contrastare il deterioramento dell’economia russa, messo in atto dall’Occidente attraverso le sanzioni. Il primo obiettivo del presidente russo è l’annessione definitiva di cinque regioni: la Crimea, già annessa nel 2014, e le regioni di Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia, che include la centrale nucleare, e Kherson, compreso il capoluogo attualmente sotto il controllo ucraino.
In secondo luogo, Putin mira a garantire un veto assoluto sull’ingresso dell’Ucraina nella NATO, promuovendo il rovesciamento dell’attuale governo ucraino a favore di un esecutivo più neutrale. Il terzo obiettivo consiste nella cessazione degli aiuti militari da parte dell’Occidente e nel ridimensionamento delle forze armate ucraine. Infine, un obiettivo più generale è quello di liberare la Russia dall’isolamento internazionale, ottenendo la revoca delle sanzioni europee e il congelamento degli asset russi in Europa e negli Stati Uniti. Gli esperti di intelligence evidenziano che nelle scuole russe l’insegnamento degli scacchi contribuisce a formare la mentalità strategica di Putin, utile nelle negoziazioni.
La dinamica della trattativa a Riad
Il calcolo, la lungimiranza, i progressi graduali e i sacrifici tattici sono elementi chiave della strategia di Putin. A Riad, il presidente russo ha selezionato con cura i suoi interlocutori americani, con l’intento di massimizzare i vantaggi per Mosca. Le due figure di spicco della delegazione russa sono Grigory Karasin, presidente della Commissione per gli Affari internazionali del Consiglio federale e ex ambasciatore a Londra, e Sergei Beseda, consigliere del direttore del Servizio di sicurezza federale, noto per il suo ruolo nella pianificazione dell’invasione dell’Ucraina.
Dall’altro lato, gli Stati Uniti sono rappresentati da Andrew Peek, direttore del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, e Michael Anton, direttore della pianificazione politica del Dipartimento di Stato. Secondo il New York Times, Trump desidera porre fine rapidamente alla “marcia della morte” in Ucraina, mentre per Putin l’obiettivo finale è ristabilire relazioni diplomatiche favorevoli con Washington.
Vyacheslav Nikonov, vicepresidente della Commissione Esteri della Duma, ha affermato che Trump e Putin stanno sviluppando un’agenda bilaterale che trascende la questione ucraina. Sul campo, i combattimenti continuano, e la tregua proposta dalla Russia avanza lentamente. Il Cremlino spera che Trump possa eventualmente anteporre i rapporti economici e politici con la Russia alla questione della pace in Ucraina, oppure che possa decidere di esercitare pressioni su Putin per ottenere un trattato a favore di Mosca.