Al centro di un acceso conflitto geopolitico, la Groenlandia si sta affermando come un territorio strategico di crescente interesse per le potenze mondiali. Le sue vaste risorse minerarie e la posizione privilegiata nel Circolo Polare Artico la rendono un obiettivo ambito, non solo per gli Stati Uniti, ma anche per Russia e Cina. Questo scenario si è ulteriormente intensificato dopo le recenti elezioni, che hanno visto una vittoria dell’opposizione di centrodestra, portando a un nuovo capitolo nella politica groenlandese.
Il 7 gennaio 2025, la Groenlandia ha tenuto elezioni cruciali, un evento che ha attirato l’attenzione internazionale. La regione, che è un territorio autonomo della Danimarca, è coperta per l’80% da ghiaccio, ma la sua importanza strategica è innegabile. La storica Astrid Andersen, esperta di geopolitica, ha sottolineato come la Groenlandia si trovi più vicina a New York che a Copenaghen, rendendola un punto focale per gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno una lunga storia di interesse per l’isola, risalente alla Seconda Guerra Mondiale, quando hanno assunto il controllo dell’area durante l’occupazione tedesca della Danimarca. La recente affermazione di Donald Trump, che ha descritto il controllo della Groenlandia come “una necessità assoluta” per la sicurezza nazionale, ha suscitato reazioni forti da parte di Copenaghen e di altre capitali europee, evidenziando la delicatezza della situazione.
La Cina sta intensificando la sua presenza in Groenlandia, stipulando accordi per la costruzione di infrastrutture e acquisendo diritti su miniere di valore, tra cui quelle di uranio. Questo sviluppo ha spinto l’amministrazione Biden a rispondere con una politica più incisiva, compresa l’apertura di una sede diplomatica a Nuuk, la capitale groenlandese. Gli analisti osservano che le ambizioni cinesi in Groenlandia non sono semplicemente economiche, ma si intrecciano anche con le aspirazioni di indipendenza dei groenlandesi, creando un contesto di crescente competizione tra le grandi potenze.
La Groenlandia riveste un ruolo cruciale nelle rotte commerciali marittime, con tre delle più importanti che passano per le sue acque. Con il cambiamento climatico che rende queste vie sempre più navigabili, il valore strategico dell’isola aumenta. La Russia, in particolare, ha un forte interesse per il controllo di queste rotte e gestisce i traffici marittimi attraverso l’Artico. Le tensioni geopolitiche sono palpabili, poiché la Groenlandia diventa un terreno di scontro tra Stati Uniti e Cina, rendendo la gestione delle risorse e delle rotte commerciali un tema di primaria importanza.
Nonostante l’interesse internazionale, il settore minerario in Groenlandia è ancora in fase di sviluppo. Attualmente, esistono solo due miniere attive, e l’economia locale dipende principalmente dalle sovvenzioni danesi e dalla pesca. Tuttavia, l’apertura di un nuovo aeroporto a Nuuk, prevista per novembre 2025, potrebbe rappresentare un’opportunità per il turismo e per l’industria mineraria, se adeguati investimenti infrastrutturali verranno realizzati. Gli esperti avvertono che le condizioni climatiche rigide e la mancanza di investitori rappresentano sfide significative per lo sviluppo del settore estrattivo.
Le ambizioni statunitensi e cinesi in Groenlandia si scontrano con l’opposizione pubblica all’estrazione di uranio e con una legislazione che vieta la produzione di materiali radioattivi. Il governo groenlandese sta esplorando alternative sostenibili, come l’energia idroelettrica, mentre le esplorazioni petrolifere sono attualmente sospese. Le stime indicano che, sebbene le riserve minerarie non siano sufficienti a trasformare la Groenlandia nell’Arabia Saudita del nickel o del titanio, potrebbero comunque avere un impatto significativo sulla vita delle comunità locali.
La Groenlandia, quindi, non è solo un’isola coperta di ghiaccio, ma un terreno di battaglia per le ambizioni globali, dove le grandi potenze si contendono risorse e influenza in un contesto di crescente competizione geopolitica.