
Il Ministero dell’Economia sta attualmente preparando il Documento di economia e finanza (Def), atteso in Parlamento entro il 10 aprile 2025. Questa prima verifica dei conti pubblici avverrà alla luce dei nuovi criteri europei sul controllo della spesa. Tuttavia, i contenuti del documento rimangono incerti e oggetto di dibattito, con il Ministero che punta a un approccio più sobrio, mentre l’opposizione e l’Ufficio di Bilancio richiedono maggiori dettagli.
Il lavoro sul Def
Il lavoro sul Def è già avviato al Ministero dell’Economia. Questo documento rappresenta un’importante programmazione economica annuale e fornisce una prima valutazione sull’andamento dei conti pubblici. La scadenza per la presentazione è fissata per il 10 aprile, con successiva trasmissione a Bruxelles entro la fine del mese. Tuttavia, il Ministero ha già chiarito che le nuove previsioni non includeranno gli impegni di spesa per la difesa, attualmente in fase di definizione a livello europeo. Giancarlo Giorgetti, il ministro dell’Economia, ha recentemente ottenuto dal Consiglio Europeo l’approvazione per dirottare parte dei costi del riarmo sugli investimenti privati, grazie a garanzie pubbliche europee. Tuttavia, l’importo esatto necessario per i prossimi anni rimane indefinito, rendendo difficile pianificare le ricadute sull’economia nazionale.
Le caratteristiche del nuovo Def
Il Documento di economia e finanza che sarà presentato in Parlamento si distinguerà per la sua essenzialità, risultando diverso dai precedenti Def. Tradizionalmente, questi documenti fornivano un quadro dettagliato degli andamenti correnti e programmatici della finanza pubblica, delineando gli sforzi necessari per mantenere gli obiettivi di bilancio. Con l’entrata in vigore delle nuove normative europee focalizzate sulla spesa, il Governo e il Parlamento stanno cercando un accordo transitorio riguardo ai contenuti del nuovo Def, che sarà denominato Rapporto sull’attuazione del Piano di bilancio.
Divergenze tra governo e opposizione
Le posizioni tra il Ministero dell’Economia e l’opposizione rimangono distanti. Il Ministero intende seguire le prescrizioni minime europee, fornendo un quadro delle previsioni per il biennio successivo, senza includere obiettivi programmatici. Tuttavia, esponenti dell’opposizione come Luigi Marattin e Cecilia Guerra chiedono un orizzonte triennale per le previsioni, che coincida con quello del bilancio pubblico. Richiedono anche un quadro che consideri non solo la legislazione vigente, ma anche gli impegni politici del governo, come gli sgravi fiscali e la decontribuzione, che erano stati quantificati in passato.
Prossimi passi e incontri
Un incontro cruciale è previsto per lunedì, che potrebbe rappresentare l’ultima opportunità per raggiungere un accordo con il Parlamento. La questione del Documento di economia e finanza è di interesse non solo per il Governo, ma anche per l’Ufficio parlamentare di Bilancio, che deve validare le previsioni governative. La presidente dell’Ufficio, Lilia Cavallari, ha recentemente sottolineato l’importanza di avere numeri e contenuti chiari nel documento di aprile, evidenziando la necessità di un’analisi approfondita per garantire la sostenibilità delle scelte economiche future.