Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha espresso preoccupazione riguardo al piano di riarmo dell’Unione Europea, previsto per un importo di 800 miliardi di euro. Durante un evento della Lega tenutosi ad Ancona il 1° marzo 2025, Giorgetti ha criticato la decisione della Germania di procedere con spese militari senza un adeguato confronto a livello europeo. Secondo il ministro, la questione del debito pubblico, che era stata considerata un problema, sembra ora essere trascurata.
Giorgetti ha sottolineato che, sebbene sia fondamentale avere una capacità di difesa, è sorprendente che si decida di aumentare il debito per investire in armamenti, soprattutto considerando che il conflitto in Ucraina è in corso da tre anni. Ha messo in evidenza come la Germania, sotto la guida del futuro cancelliere Merz, stia accelerando il proprio riarmo, mentre gli altri paesi europei, inclusa l’Italia, si trovano a dover accettare questa impostazione.
Il ministro ha richiamato l’attenzione sul nuovo patto di stabilità entrato in vigore a gennaio, affermando che le regole attuali non sono sostenibili. Ha evidenziato che le decisioni della Germania sono state prese senza consultare gli altri Stati membri, il che potrebbe portare il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, a richiedere un cambiamento radicale di strategia durante il prossimo Consiglio Europeo.
La tensione all’interno del governo italiano è palpabile, con conflitti evidenti tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia riguardo al tema del riarmo. Giorgetti ha negato che ci siano attriti significativi con Meloni, ma la realtà è che entrambi si trovano a dover gestire le pressioni di forze più potenti, come le politiche di Trump, che influiscono negativamente sulle imprese italiane e sul welfare.
Allo stesso tempo, la Lega ha approfittato della situazione per criticare le deroghe al patto di stabilità, che avvantaggiano le spese militari a discapito del welfare. Giorgetti ha confermato che il governo sta già pianificando tagli significativi alla spesa sociale, in linea con le nuove normative. Ha evidenziato la difficoltà di ridurre il debito pubblico, che limita le possibilità di investimento in settori fondamentali.
L’Osservatorio sui conti pubblici ha avvertito che l’aumento della spesa militare fino all’1,5% del PIL non porterà a una riduzione del debito pubblico nei prossimi sette anni. Le previsioni economiche del governo Meloni necessitano di una revisione, poiché non è garantito che la spesa per la difesa contribuisca a una crescita economica significativa. Giorgetti ha fatto notare che la spesa militare è stata esclusa dal patto di stabilità a causa delle modifiche apportate dalla Germania, la quale sta cercando di uscire da una fase di stagnazione economica, mentre l’Italia si trova in una posizione difficile, bloccata tra le esigenze di riarmo e i bisogni interni.