In un contesto di crescente tensione commerciale, il 2024 ha visto il commercio italiano affrontare sfide significative a causa della minaccia di dazi imposti dagli Stati Uniti. Le recenti statistiche pubblicate dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) evidenziano le dinamiche dell’export italiano, che ha mantenuto una certa stabilità nonostante le difficoltà. Tuttavia, l’attenzione è rivolta a come la situazione possa evolversi, dato che gli Stati Uniti hanno giocato un ruolo cruciale nella crescita delle esportazioni italiane negli ultimi cinque anni.
Nel mese di dicembre 2024, l’Istat ha rilasciato i dati finali per l’anno, rivelando una flessione dell’export italiano pari allo 0,4% rispetto al 2023, che era rimasto stabile. Tuttavia, escludendo i prodotti energetici, che hanno subito un calo significativo, l’export ha mostrato una lieve crescita dello 0,3%. Questo andamento non è considerato allarmante, con un incremento dell’1,9% registrato a dicembre rispetto al mese precedente. La situazione, quindi, suggerisce una tenuta del mercato italiano nonostante le sfide esterne.
Il 2024 ha portato a risultati incoraggianti per il commercio italiano, con un avanzo commerciale netto, escludendo i prodotti energetici, che ha raggiunto i 104.478 milioni di euro, il valore più alto dal 1993. Il presidente dell’Agenzia Italiana per il Commercio Estero (Ice), Matteo Zoppas, ha sottolineato la resilienza del Made in Italy, che ha dimostrato una notevole capacità di adattamento e crescita nei mercati internazionali.
Il mercato delle auto ha avuto un impatto significativo sull’export italiano, con una contrazione delle importazioni del 0,4% attribuita principalmente a una diminuzione delle vendite di automobili, che hanno registrato un calo del 16,7%. Altre categorie di trasporti hanno visto riduzioni simili. Tuttavia, alcune categorie di prodotti, come articoli sportivi, giochi e strumenti musicali, hanno registrato un aumento delle vendite all’estero, contribuendo a bilanciare il mercato.
Analizzando le destinazioni dei prodotti italiani, emergono preoccupazioni legate al calo delle esportazioni verso la Cina, che ha registrato una diminuzione del 5,8%, e verso la Germania, che ha visto una flessione del 3,7%. Gli Stati Uniti, pur essendo stati un importante partner commerciale, hanno mostrato una riduzione simile. In contrasto, la Turchia ha rappresentato un mercato in crescita, con un aumento delle vendite del 23,9%, principalmente per l’acquisto di oro e gioielleria.
Il settore agroalimentare ha raggiunto un traguardo record nel 2024, con esportazioni che hanno toccato i 69,1 miliardi di euro, segnando un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente. Il vino è stato il prodotto più esportato, seguito da ortofrutta, formaggi e altri prodotti tipici. Tuttavia, questo successo è messo a rischio da proposte di etichettatura da parte della Commissione Europea.
La Germania si conferma come il principale mercato per l’export agroalimentare italiano, con un valore di 10,6 miliardi di euro, seguita dagli Stati Uniti con 7,8 miliardi di euro. Il successo dell’export agroalimentare italiano è il risultato di un sistema produttivo che coinvolge milioni di lavoratori e centinaia di migliaia di aziende.
Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, ha commentato i risultati positivi del settore agroalimentare, evidenziando la qualità e la competitività dei prodotti italiani nel mercato globale. L’olio d’oliva, in particolare, ha registrato un incremento straordinario del 42,6%, consolidando la sua posizione come simbolo del Made in Italy.
Le associazioni dei consumatori esprimono preoccupazione per l’andamento del commercio estero, soprattutto in relazione ai potenziali dazi statunitensi. Con gli Stati Uniti come principale partner commerciale, il rischio di una guerra commerciale potrebbe avere ripercussioni significative sui prezzi per i consumatori italiani. Le stime suggeriscono che una tale situazione potrebbe portare a un aumento dei costi per beni essenziali, compresi macchinari e alimenti.