
Oggi, 10 marzo 2025, la Cina ha dato il via a nuove tariffe sui prodotti di importazione dagli Stati Uniti, in risposta ai dazi imposti dall’amministrazione Trump. Questo sviluppo solleva interrogativi significativi sulle ripercussioni di queste misure commerciali sull’economia americana.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha rilasciato un’intervista a Fox News, dove ha parlato di un “periodo di transizione” per l’economia statunitense. Non ha escluso la possibilità di un aumento delle tariffe e ha sottolineato l’importanza di riportare ricchezza negli Stati Uniti, affermando che questo processo richiede tempo.
Emergenza “trumpcession”
Recentemente, il termine “Trumpcession” ha iniziato a circolare tra gli economisti e gli operatori di mercato, suggerendo l’imminente arrivo di una recessione negli Stati Uniti. La Federal Reserve di Atlanta ha lanciato un allerta, prevedendo una contrazione del prodotto interno lordo (PIL) del 2,8% nel primo trimestre. Sebbene il GDPNow, l’indicatore economico della Fed, possa essere soggetto a fluttuazioni, la notizia ha suscitato preoccupazione tra gli investitori, specialmente in un contesto di crescente conflitto commerciale globale.
Analisi del mercato del lavoro
Le previsioni della Fed di Atlanta pongono interrogativi sulle conseguenze per i tassi di interesse e i mercati finanziari. I dati sul mercato del lavoro, pubblicati recentemente, mostrano un quadro misto. Nel mese di febbraio, sono stati creati 151.000 nuovi posti di lavoro, un numero inferiore alle aspettative, mentre il tasso di disoccupazione è salito leggermente al 4,1%. I tagli alle buste paga del governo federale, pari a 6.700 unità, sono stati compensati da un incremento negli ambiti manifatturiero e dei trasporti.
Un indicatore chiave da considerare è il tasso di sotto-occupazione U-6, che è salito all’8% a febbraio, rispetto al 7,5% del mese precedente. Questo dato rappresenta una misura più accurata della forza lavoro non impiegata, includendo chi lavora part-time involontariamente e chi ha smesso di cercare lavoro. Secondo gli esperti di Cfo Sim, questo aumento potrebbe indicare una futura diminuzione della partecipazione al mercato del lavoro.
Opinioni degli esperti
Antonio Tognoli, responsabile Macro Economia di Corporate Family Office – Cfo Sim, ha commentato la situazione attuale, affermando che, sebbene una recessione vera e propria possa non manifestarsi, ci si aspetta un forte rallentamento dell’attività economica. Questo scenario avrà ripercussioni su Wall Street, con conseguenti cali nelle stime degli utili e nelle valutazioni delle società quotate. Tognoli ha anche sottolineato l’incertezza riguardante l’inflazione e ha previsto che la Federal Reserve, sotto la guida di Jerome Powell, potrebbe adottare una politica di riduzione dei tassi d’interesse per sostenere l’economia.
Il deficit commerciale e le tariffe
Il deficit commerciale degli Stati Uniti ha raggiunto il livello più alto dal 1992, secondo i dati di gennaio. Questo dato ha spinto Trump ad annunciare tariffe più elevate su beni importati da Messico, Canada e Cina. L’obiettivo del presidente è chiaro: riequilibrare la bilancia commerciale e ridurre il debito. La sua strategia include un aumento delle entrate derivanti dai dazi, che attualmente interessano il 44% dell’import totale, insieme a tagli alle spese federali. Trump ha descritto questo periodo come una “fase di transizione”, ma gli esperti avvertono che potrebbe comportare una fase di debolezza economica piuttosto che una recessione vera e propria.