
La crescente preoccupazione per i dazi doganali sta influenzando il panorama commerciale delle piccole e medie imprese romane, che continuano a esplorare opportunità di esportazione nonostante le sfide. Un recente studio ha rivelato che oltre il 50% di queste aziende considera le esportazioni come una componente cruciale, rappresentando almeno il 20% del loro fatturato. Con l’avvicinarsi del Giubileo, il mercato estero diventa sempre più attraente per queste realtà imprenditoriali, che si dimostrano resilienti e pronte a investire nel futuro.
Il contesto delle esportazioni romane
Un’indagine condotta dall’istituto Swg in collaborazione con la Cna di Roma ha fornito dati significativi sulla situazione attuale delle piccole e medie imprese. Risulta che l’84% di queste aziende è presente sui mercati internazionali da almeno tre anni, e tra queste, il 57% gestisce le proprie attività direttamente dalla sede di Roma, senza fare affidamento su piattaforme internazionali. Giordano Rapaccioni, segretario della Cna, sottolinea che, sebbene le PMI romane manchino di una rete organizzativa robusta, questo non dovrebbe ostacolare la loro interazione con i mercati esteri. Il Giubileo di Roma rappresenta un’importante opportunità per queste aziende, che devono però affrontare la necessità di formare competenze adeguate e reperire risorse finanziarie per sostenere i processi di internazionalizzazione.
Esempi di successo nell’export
Diversi esempi di successo emergono dal panorama imprenditoriale romano. Tra questi, la Rizzo Aequae, guidata da Anna Rizzo, ha saputo affermarsi nel settore delle soluzioni idrauliche, come rubinetti galleggianti e apparecchi da scarico, arrivando fino in Nuova Caledonia. La Rizzo racconta: “Siamo stati dei pionieri nell’export. Abbiamo iniziato nel 1986, lavorando prima con la Francia e la Grecia. Con il tempo, sono state le stesse imprese internazionali a cercarci, e ora stiamo chiudendo accordi con i Paesi del Sud America.” Anche l’azienda Infissi Peduzzi, specializzata in prodotti in legno e alluminio, ha avviato la sua avventura internazionale grazie a una missione in Albania, che ha portato alla creazione di una sede a Nizza. Infine, Habi, un’impresa di organizzazione di viaggi guidata da Adriano Maurelli, ha visto l’85% dei suoi contratti stipulati con clienti esteri, evidenziando l’importanza delle partnership internazionali nel suo modello di business.
Il panorama delle PMI romane si presenta quindi come un campo fertile per l’internazionalizzazione, nonostante le sfide legate ai dazi e alla mancanza di una rete organizzativa consolidata. Con il Giubileo in arrivo, queste aziende hanno l’opportunità di sfruttare la visibilità internazionale per espandere ulteriormente la loro presenza nei mercati esteri.