Nel 2024, l’Italia ha registrato una crescita del Pil pari allo 0,7% in termini di volume, evidenziando una progressiva decelerazione nel corso dell’anno. Questa informazione proviene dall’Istat, l’ente nazionale di statistica, che ha pubblicato una nota sull’andamento dell’economia italiana. Nel medesimo periodo, la crescita economica dell’area euro ha mostrato un miglioramento nel quarto trimestre, ma il dinamismo economico in Europa è rimasto significativamente inferiore rispetto a quello di altre regioni, come Stati Uniti e Paesi asiatici.
A gennaio 2025, l’indice della produzione industriale destagionalizzato ha evidenziato un notevole rimbalzo, con un incremento congiunturale del 3,2%, che ha compensato il calo registrato a dicembre, pari a -2,7%. Nonostante questo recupero, la fiducia delle imprese ha mostrato un deterioramento in tutti i settori, eccetto nel comparto della manifattura. Al contrario, la fiducia dei consumatori ha mostrato segni di miglioramento, sostenuta in particolare dalle valutazioni positive riguardanti la propria situazione economica personale.
Verso la fine del 2024, gli scambi internazionali di merci hanno ripreso vigore, ma le previsioni per il commercio globale rimangono negative, aggravate dalla possibilità di un’escalation delle tensioni commerciali e geopolitiche. Oltre il 48% del valore dell’export italiano è stato diretto verso mercati al di fuori dell’Unione Europea, superando le percentuali di Germania, Francia e Spagna. Tra i principali partner commerciali, gli Stati Uniti hanno rappresentato circa il 10% delle vendite all’estero dell’Italia e più di un quinto delle esportazioni di prodotti italiani verso mercati extra europei. Un’analisi condotta dall’Istat suggerisce che l’applicazione dei dazi annunciati dall’amministrazione statunitense nei confronti dell’Unione Europea potrebbe avere ripercussioni significative per l’Italia.
Nel gennaio 2025, è stata registrata una crescita dell’occupazione che ha interessato uomini, donne e individui di tutte le età, ad eccezione della fascia 35-49 anni. L’occupazione è aumentata sia tra i dipendenti che tra gli autonomi. Per l’intero anno 2024, si è osservato un incremento moderato dei prezzi, accompagnato da un significativo aumento delle retribuzioni contrattuali in termini nominali, pari al 3,1%. Questo incremento è stato particolarmente marcato nel settore privato, dove si è registrato un aumento del 4%. All’inizio del 2025, l’inflazione in Italia, sebbene in lieve crescita, è rimasta inferiore alla media dell’area euro, con l’indice armonizzato dei prezzi al consumo che ha segnato un incremento tendenziale del 1,7% sia a gennaio che a febbraio.