Ddl economia: la Camera approva con 133 voti, ora passa al Senato

La recente normativa italiana, approvata il 6 marzo 2025, segna un passo significativo nel settore spaziale, introducendo l’obbligo di immatricolazione per gli oggetti spaziali. Questa legge, promossa dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, si propone di allineare il paese agli obblighi internazionali e di stabilire un quadro normativo chiaro per le attività spaziali.

Il piano nazionale per l’economia dello spazio

Il nuovo disegno di legge prevede l’istituzione di un Piano Nazionale per l’Economia dello Spazio, volto a promuovere e sostenere progetti innovativi nel settore. Questo piano sarà supportato da un Fondo per l’Economia dello Spazio, che avrà il compito di finanziare iniziative che possano contribuire allo sviluppo e alla competitività dell’industria spaziale italiana. L’obiettivo è quello di stimolare la crescita economica, creando opportunità di lavoro e favorendo la ricerca e l’innovazione.

La legge è composta da 31 articoli suddivisi in cinque titoli, che trattano vari aspetti, tra cui le disposizioni generali, l’esercizio delle attività spaziali, l’immatricolazione degli oggetti spaziali, la responsabilità degli operatori e dello Stato, e le misure per l’economia dello spazio. Questo approccio integrato mira ad affrontare le sfide del settore e a garantire un ambiente favorevole per gli operatori privati.

Obblighi per gli operatori spaziali

Un elemento chiave della normativa è l’istituzione di un sistema di responsabilità civile per i danni causati da oggetti spaziali. Gli operatori privati saranno tenuti a stipulare polizze assicurative per coprire eventuali danni, garantendo così una maggiore sicurezza per le attività spaziali. L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) avrà il compito di vigilare sulle operazioni degli operatori, assicurandosi che rispettino le normative vigenti.

Inoltre, gli operatori sono obbligati a comunicare all’ASI informazioni dettagliate riguardanti gli oggetti spaziali, in conformità con la Convenzione sull’immatricolazione degli oggetti lanciati nello spazio extra-atmosferico. Tra le informazioni richieste ci sono il Paese di lancio, la denominazione e il designatore internazionale dell’oggetto, nonché la data e il luogo di lancio e i parametri orbitali di base.

Registro nazionale e territorio dello Stato

Gli oggetti spaziali immatricolati in Italia dovranno essere registrati nel Registro Nazionale, e saranno considerati territorio dello Stato, indipendentemente dalla loro posizione, salvo che non siano soggetti a leggi territoriali straniere secondo il diritto internazionale. Questa disposizione sottolinea l’importanza della sovranità nazionale anche nello spazio, garantendo che l’Italia possa esercitare il controllo sulle proprie risorse spaziali.

La normativa rappresenta un passo avanti fondamentale per il settore spaziale italiano, contribuendo a creare un quadro giuridico che favorisca la crescita e l’innovazione. Con l’introduzione di obblighi chiari e misure di responsabilità, l’Italia si prepara a svolgere un ruolo sempre più attivo nel panorama spaziale internazionale.

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Luca Lincinori