Dazi: le regioni meridionali più vulnerabili alle nuove barriere di Trump

MILANO – Le recenti decisioni riguardanti i dazi imposti dall’ex presidente Donald Trump potrebbero avere un impatto particolarmente negativo sulle regioni meridionali d’Italia. Un’analisi condotta dalla Cgia di Mestre evidenzia come le nuove misure commerciali possano gravare maggiormente sui territori dove l’economia è fortemente dipendente da pochi settori merceologici. Le regioni del Sud, caratterizzate da una bassa diversificazione economica, si trovano quindi in una posizione vulnerabile.

Un’analisi approfondita mostra che un’export regionale diversificato rende un territorio meno suscettibile a fluttuazioni nel commercio internazionale. Al contrario, quando un’alta percentuale delle vendite all’estero proviene dai primi dieci prodotti esportati, il territorio diventa più esposto a potenziali crisi economiche globali. La situazione è particolarmente preoccupante per le regioni meridionali, dove la concentrazione dell’export in pochi settori potrebbe tradursi in difficoltà significative.

Le regioni più a rischio

La Sardegna si distingue come la regione con il livello di diversificazione più basso, con un indice pari al 95,6%, a causa della predominanza dell’export legato alla raffinazione del petrolio. Seguono il Molise con un indice dell’86,9%, dove i settori chimico, automobilistico e dei prodotti da forno giocano un ruolo chiave, e la Sicilia con l’85%, anch’essa fortemente influenzata dalla raffinazione dei prodotti petroliferi. Un’eccezione nel Mezzogiorno è rappresentata dalla Puglia, che con un indice di diversificazione del 49,8% si colloca al terzo posto in termini di resilienza economica. Le regioni del Nord, come la Lombardia con un indice del 43%, mostrano una maggiore diversificazione e, di conseguenza, una minore esposizione ai rischi.

Giorgetti: dazi sono diventati arma economica per influenzare alleanze

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha affrontato il tema dei dazi durante un intervento a Bergamo, in occasione del giuramento degli Allievi ufficiali della Guardia di Finanza. Ha sottolineato che l’attuale contesto internazionale è caratterizzato da guerre commerciali e finanziarie, dove i dazi e le criptovalute vengono utilizzati come strumenti per modificare gli equilibri globali. Giorgetti ha affermato che l’imposizione di dazi non è più solo una misura per proteggere l’economia nazionale, ma si configura come una leva capace di influenzare le politiche internazionali. Se utilizzati strategicamente, questi strumenti possono alterare gli scambi globali e ridefinire le alleanze politiche e gli assetti geopolitici.

Published by
Luca Lincinori