Dazi, inflazione e crescita industriale: analisi dell’economia mondiale

Le economie di Europa e Nord America si trovano attualmente in una fase di incertezze, caratterizzata da segnali contrastanti. Il 2025 si apre con la Germania che, attraverso la Corte Costituzionale, ha dato il via libera a un incremento dei piani di indebitamento per sostenere gli investimenti pubblici. Recentemente, è stato raggiunto un accordo che esenta le spese per la difesa oltre l’1% del PIL dal freno al debito. Nonostante ciò, la produzione industriale tedesca ha mostrato una crescita a gennaio, mentre le esportazioni sono diminuite, evidenziando le difficoltà nel commercio internazionale. La Bundesbank ha lanciato un allerta sulla possibilità che la Germania si avvicini alla recessione, complici i dazi imposti dagli Stati Uniti. Tuttavia, l’IfW ha rivisto al rialzo le stime del PIL per il 2026, grazie a previsioni di maggiore spesa pubblica.

Situazione economica in Italia

In Italia, il mese di gennaio ha visto un rimbalzo della produzione industriale, sebbene il settore rimanga fragile. Il costo dell’energia ha impattato sui prezzi alla produzione, con un incremento del 4,4%. L’ISTAT ha evidenziato un miglioramento nel mercato del lavoro, con un tasso di occupazione che nel 2024 ha raggiunto il 62,2% e una disoccupazione in calo al 6,2%. Anche la Francia e la Spagna si mostrano stabili riguardo all’inflazione: in Francia il dato di febbraio si è attestato allo 0,9% su base annua, mentre in Spagna l’inflazione armonizzata UE è rimasta invariata al 2,9%.

Andamento nel Regno Unito e Stati Uniti

Nel Regno Unito, nonostante una battuta d’arresto a gennaio, l’economia continua a manifestare segnali di crescita. Le vendite al dettaglio di febbraio hanno registrato un aumento, trainate dal settore alimentare, indicativo di una domanda interna robusta. Oltreoceano, negli Stati Uniti, il sentiment dei consumatori ha subito un netto peggioramento a marzo, mentre le aspettative di inflazione sono in aumento. Tuttavia, i prezzi alla produzione sono rimasti stabili a febbraio, suggerendo un rallentamento della pressione inflazionistica. La Federal Reserve mantiene un approccio attendista, mentre la Banca del Canada ha già ridotto i tassi d’interesse per contrastare gli effetti negativi dei dazi commerciali, rimanendo cauta sulle prossime mosse.

Produzione industriale nell’Eurozona

Nell’Eurozona, la produzione industriale ha superato le attese a gennaio, segnalando una ripresa più rapida del previsto, anche se persistono rischi legati alle tensioni commerciali globali e all’inflazione. Nei mercati finanziari, si osservano andamenti contrastanti: l’S&P 500 ha registrato un calo del -5,87% dall’inizio dell’anno, con il Nasdaq 100 che ha subito una flessione più marcata del -8,36%. In controtendenza, il FTSE MIB ha segnato una crescita del +11,56%, evidenziando la resilienza del mercato italiano, mentre l’MSCI World ha registrato un rialzo del 2,63%, dimostrando una certa forza nei mercati internazionali.

Andamento delle materie prime

Nel comparto delle materie prime, l’oro si conferma un bene rifugio, con un forte rialzo del +13,87% dall’inizio dell’anno. Al contrario, il petrolio ha subito una flessione del -7,77%, riflettendo le preoccupazioni sulla domanda globale. Sul mercato valutario, il cross euro-dollaro ha registrato un aumento del +4,82%, segnalando un rafforzamento della moneta unica rispetto al dollaro.

Prospettive future per i mercati

Per il futuro, le decisioni di politica monetaria e fiscale si preannunciano fondamentali per determinare l’andamento dei mercati nei prossimi mesi. La BCE sembra orientata a mantenere i tassi invariati ad aprile, con il governatore Holzmann che ha espresso preoccupazione per i rischi inflazionistici. Gli investitori, nel frattempo, continueranno a monitorare attentamente le dinamiche commerciali e le reazioni delle banche centrali per orientare le proprie strategie.

Published by
Ludovica Loringa