Dalla semplificazione delle normative al sostegno alla ricerca e innovazione, Confindustria ha presentato dieci raccomandazioni strategiche per orientare il nuovo quadro regolatorio europeo sull’economia circolare. Questo documento è stato reso pubblico durante un evento a Bruxelles nel 2025 e rappresenta le esigenze del settore industriale, in vista dell’imminente Circular Economy Act.
Le raccomandazioni si articolano attorno a tre direttrici principali per garantire una transizione efficace verso un’economia circolare. La prima è la necessità di abbattere le barriere non tecnologiche che ostacolano il progresso. La seconda riguarda la promozione dello scambio di beni e prodotti circolari, mentre la terza enfatizza l’importanza di potenziare la capacità impiantistica dell’Italia. Il rapporto non si limita a un’analisi ambientale, ma si estende anche agli aspetti di politica industriale, toccando temi cruciali come energia, trasporti, logistica, infrastrutture e appalti pubblici.
La prima raccomandazione è quella di favorire la piena armonizzazione e semplificazione della complessa regolamentazione europea riguardante l’economia circolare. È fondamentale coordinare le nuove normative con quelle già esistenti, evitando così duplicazioni che comporterebbero oneri burocratici ed economici superflui. La seconda proposta si concentra sulla semplificazione delle procedure autorizzative per la gestione dei rifiuti, garantendo al contempo stabilità normativa.
La terza raccomandazione mira a rimuovere le criticità legate al permitting ambientale, un passo necessario per attrarre investimenti e stimolare l’innovazione. Secondo uno studio di BusinessEurope, l’83% delle imprese considera le lunghe procedure di autorizzazione come uno dei principali ostacoli agli investimenti in Europa. La quarta proposta suggerisce di razionalizzare istituti giuridici fondamentali per l’economia circolare, come i sottoprodotti e il concetto di “end of waste“, che attualmente non supportano adeguatamente una transizione circolare efficiente e competitiva.
Il quinto punto sottolinea l’importanza di sostenere la ricerca e l’innovazione, elementi chiave per migliorare le tecnologie di valorizzazione dei rifiuti e dei materiali recuperati. È necessario semplificare gli adempimenti per la sperimentazione e l’impiego di materiali ottenuti da impianti pilota, chiarendo anche la regolamentazione riguardante il fine vita di questi materiali.
La sesta raccomandazione propone di sviluppare e coordinare misure di incentivazione per promuovere lo sviluppo dell’economia circolare e sostenere il mercato dei prodotti circolari. Questo può avvenire attraverso appalti pubblici verdi e strumenti economici, finanziari e fiscali specifici. È suggerito anche l’introduzione di un sistema di certificati per valorizzare l’economia circolare e incentivare l’uso di materie prime seconde, rendendo i segnali di prezzo favorevoli rispetto alle materie prime vergini.
Il settimo punto evidenzia la necessità di rafforzare il ruolo degli appalti pubblici nella promozione della circolarità. L’ottava raccomandazione invita a coordinare le politiche di transizione energetica con quelle per l’economia circolare. Un uso più razionale delle risorse avrà un impatto positivo sulla promozione delle energie rinnovabili e sull’efficienza energetica, elementi cruciali per i settori della logistica e dei trasporti.
La nona raccomandazione riguarda l’allocazione di risorse adeguate per consentire all’industria di raggiungere gli obiettivi previsti dalle normative europee, che finora hanno mostrato carenze in termini di finanziamenti, sia pubblici che privati. Infine, il decimo punto si concentra sulla creazione di sinergie tra sostenibilità e sicurezza nell’approvvigionamento di materie prime, per garantire una maggiore indipendenza dell’Italia e dell’Unione Europea.
Il rapporto di Confindustria dedica un focus speciale alle migliori pratiche adottate dalle imprese italiane. Queste esperienze testimoniano l’impegno costante dell’industria verso la circolarità, coprendo aree come bioeconomia, decarbonizzazione e integrazione dei trasporti con modelli circolari. Questo patrimonio di know-how evidenzia come il paradigma della circolarità si adatti alle diverse peculiarità dei vari settori nel nostro Paese, dimostrando che l’industria italiana è pronta a intraprendere un percorso di transizione verso un modello produttivo più sostenibile e competitivo.