I tecnici dei ministeri dell’Economia e dell’Ambiente stanno attivamente lavorando su un nuovo decreto riguardante le bollette, con l’obiettivo di attenuare l’impatto del caro energia su famiglie e imprese. Questo provvedimento sarà oggetto di discussione nel prossimo Consiglio dei Ministri, fissato per venerdì 28 febbraio 2025. Secondo fonti governative, la premier Meloni ha giudicato “non soddisfacente” la bozza proposta dalle amministrazioni e ha richiesto un approfondimento su ulteriori misure. La decisione di rinviare il Cdm, inizialmente programmato per oggi, è stata presa proprio per garantire una risposta “più efficace” a coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità economica. Di seguito, si esploreranno le possibili novità in arrivo.
Il ministro Gilberto Pichetto, in un’intervista rilasciata a La Stampa, ha confermato che nel decreto bollette si sta considerando un incremento del tetto Isee da 9.500 euro a 15.000 euro. Questa modifica mira a fornire un supporto concreto ai cittadini più fragili. Pichetto ha spiegato che, a causa di dinamiche di mercato, molte imprese hanno offerto tariffe competitive, ma ora i clienti stanno affrontando difficoltà. È stato sottolineato che la responsabilità di verificare la fattibilità economica delle nuove norme spetta al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
L’innalzamento del tetto Isee potrebbe interessare circa 5,8 milioni di nuclei familiari, secondo i dati recenti forniti dall’INPS attraverso l’Osservatorio Isee. Questi nuclei hanno dichiarato un Isee fino a 15.000 euro tramite la Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica). Tuttavia, resta da chiarire come verrà erogato il bonus: se ci saranno assegni variabili in base alla fascia Isee o se si opterà per un altro tipo di supporto.
Fonti del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica hanno rivelato che il documento in fase di redazione prevede di recuperare 600 milioni di euro dalle aste Ets. Questi fondi saranno destinati a sostenere le imprese energivore e le piccole e medie imprese. Tra le misure in discussione vi è l’annullamento del differenziale tra il costo del gas sul mercato europeo e quello sul mercato all’ingrosso italiano. Tale intervento potrebbe portare a un immediato ribasso delle bollette, anche per quanto riguarda l’elettricità, che è influenzata dai prezzi del metano.
Il ministro Pichetto ha accennato alla possibilità di effettuare interventi sul settore dell’energia idroelettrica. Le aziende energivore hanno sollecitato che parte dell’energia idroelettrica prodotta venga venduta a un prezzo calmierato, beneficio che andrebbe a favore delle grandi imprese consumatrici. Tuttavia, il settore si trova in una fase di incertezza a causa delle concessioni e dell’eventuale ingresso di operatori stranieri.
Le concessioni idroelettriche sono già scadute o scadranno entro il 2029. Le aziende elettriche sono pronte a investire 15 miliardi di euro per la riassegnazione, ma tale processo è soggetto all’approvazione dell’Unione Europea. Gli energivori, a differenza delle famiglie e delle piccole e medie imprese, hanno già accesso a un meccanismo per acquistare energia a un prezzo scontato, fissato a 65 euro per megawattora, rispetto ai 133 euro del mercato.
L’associazione confindustriale del settore elettrico ha suggerito che il governo potrebbe adottare ulteriori misure per ridurre le bollette. Tra queste, si propone un aumento rapido della capacità rinnovabile, in particolare per l’energia eolica e fotovoltaica, che presenta costi di produzione inferiori rispetto al termoelettrico a gas. Si suggerisce anche di incentivare il revamping, ovvero il rinnovamento e potenziamento degli impianti esistenti, per aumentare la produzione senza occupare nuovo suolo.
Le misure attualmente in discussione non convincono i consumatori, secondo il Codacons, che richiede uno sforzo maggiore per supportare famiglie e imprese. L’associazione propone misure strutturali per contrastare le speculazioni che si verificano ogni inverno e una revisione della tassazione sulle tariffe di luce e gas. Secondo Codacons, la durata limitata dei provvedimenti, fissata a sei mesi, non rappresenta una soluzione adeguata al problema del caro energia.
La congiuntura flash di febbraio del Centro studi di Confindustria segnala un inizio d’anno difficile, con un calo della produzione industriale e un settore automotive in crisi. Gli investimenti non mostrano segni di ripresa e il PIL è previsto in lieve crescita. Nonostante il taglio dei tassi, l’inflazione continua a crescere, influenzata dal caro energia e dall’incertezza economica.
L’incremento del prezzo del gas in Europa continua a influenzare l’inflazione sia nell’Eurozona che in Italia. Sebbene si registri una crescita nei prezzi delle azioni, il Centro Studi di Confindustria avverte che la volatilità dei mercati è spesso associata a un’alta incertezza, come dimostrato dagli annunci recenti riguardanti i dazi statunitensi.