Bilanci delle imprese nel 2023: crescita contenuta a causa di tassi e tasse in aumento

L’analisi dei bilanci delle società di capitali delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa, relativa agli anni 2023 e 2022, offre un quadro complessivo ancora positivo, nonostante la complessità del contesto economico attuale. I dati evidenziano una crescita moderata dei fatturati e del valore aggiunto, anche se l’aumento dei tassi di interesse ha aggravato il peso degli oneri finanziari per le imprese. Questo scenario è ulteriormente complicato dall’incremento della pressione fiscale, dovuto alla progressiva diminuzione di incentivi come il superammortamento e l’iperammortamento per l’Industria 4.0, insieme alla contrazione del credito d’imposta per la ricerca e sviluppo. Questa analisi è stata realizzata dall’Istituto di Studi e Ricerche (ISR) e dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest, attraverso l’esame di oltre 15.000 bilanci delle tre province.

La situazione in provincia di Pisa

Nel 2023, le 6.600 società di capitali operanti nella provincia di Pisa hanno registrato un valore della produzione di 15,5 miliardi di euro, un valore aggiunto di 4,1 miliardi e utili pari a 770 milioni di euro. L’aumento del costo del credito ha influito sulle strategie di investimento, ma le imprese hanno dimostrato una buona capacità di gestione finanziaria. La pressione fiscale è aumentata, con un’incidenza che è passata dal 29,6% al 30,4% del risultato ante imposte.

Dal punto di vista finanziario, la patrimonializzazione ha mostrato segnali di miglioramento, mentre la liquidità è rimasta stabile. Tuttavia, si sono registrate flessioni nella redditività e nella produttività del lavoro. Il ROI è sceso dal 6,7% al 6,3%, mentre l’utile netto ha subito una lieve riduzione, passando dal 5,4% al 5,2%. Questa flessione è stata principalmente influenzata dalle medio-grandi imprese, che hanno risentito dell’aumento della pressione fiscale e di un significativo incremento degli interessi passivi sui debiti, il cui peso è quasi raddoppiato, passando dal 10,8% al 17,4% del risultato ante oneri finanziari.

A livello settoriale, le principali specializzazioni produttive hanno mostrato un 2023 meno brillante rispetto all’anno precedente. La chimica e farmaceutica ha registrato un calo del 5% nel fatturato, con impatti limitati sugli indicatori economico-finanziari. Anche il settore dei mezzi di trasporto ha subito una contrazione del 3%, ma ha compensato le perdite grazie a una gestione efficace dei costi operativi, riuscendo a incrementare l’utile e migliorare alcuni indicatori economici. Più critica è risultata la situazione per il settore delle pelli-cuoio, che ha affrontato un anno particolarmente difficile: il fatturato è diminuito dell’8% a causa della riduzione dell’export, mentre l’utile si è più che dimezzato, passando dal 5% al 2% del fatturato. Tutti gli indicatori finanziari hanno mostrato un peggioramento, fatta eccezione per la patrimonializzazione, che è aumentata dal 44% al 47%.

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Luca Lincinori