I giganti della tecnologia statunitensi stanno manifestando una crescente opposizione nei confronti delle normative europee, chiedendo un intervento diretto dell’ex presidente Donald Trump. Questo scenario, che si sta delineando nel 2025, evidenzia la necessità di trovare alternative alle tecnologie dominanti attualmente in uso.
Marietje Schaake, ricercatrice presso l’Institute for Human Centered Artificial Intelligence della Stanford University e autrice del libro “The Tech Coup. How to Save Democracy from Silicon Valley”, ha recentemente commentato sul Financial Times l’atteggiamento del vicepresidente statunitense J.D. Vance. Secondo Schaake, il suo discorso rappresenta un chiaro segnale di un cambiamento nei rapporti transatlantici, segnando la “fine formale dell’alleanza” che ha caratterizzato le relazioni tra Europa e Stati Uniti dalla Seconda guerra mondiale. La retorica di Vance, secondo Schaake, denota un profondo disprezzo per l’Europa e per i suoi valori democratici, una posizione che le aziende tecnologiche americane sembrano accogliere senza riserve.
Schaake sottolinea come le aziende tecnologiche americane, che in passato hanno sostenuto Trump, si siano ora schierate come “forze antieuropee”. La situazione attuale richiede che i leader europei trattino i colossi della Silicon Valley come avversari, piuttosto che partner. La crescente influenza di queste aziende e il loro allineamento con l’amministrazione Trump mettono in discussione l’ordine internazionale basato sullo Stato di diritto e sulla democrazia.
Allo stesso modo, le aziende di Big Tech, come Meta, hanno iniziato a percepire l’Unione Europea come una “potenza avversaria”. Joel Kaplan, responsabile degli affari globali di Meta, ha dichiarato che l’azienda si aspetta supporto dalla Casa Bianca per affrontare i governi europei, percepiti come discriminatori. Mark Zuckerberg ha anche esercitato pressioni su Trump per contrastare le sanzioni europee, che considera misure commerciali punitive. Questa alleanza tra Silicon Valley e politica americana evidenzia come le aziende tecnologiche siano diventate attori geopolitici.
Schaake avverte che le aziende tecnologiche, un tempo considerate difensori della democrazia, ora contribuiscono al deterioramento dell’ordine internazionale. Se l’Europa intende preservare la propria sovranità e i propri valori, deve ridurre la propria dipendenza dalle aziende che cercano lo scontro con i governi europei.
L’Unione Europea, spesso criticata per il suo “ritardo tecnologico”, sta cercando di affrontare questa sfida. Nonostante le difficoltà, ci sono esempi di modelli alternativi che potrebbero emergere, come la Mondragon Corporation. L’adozione di regole rigorose è vista come fondamentale per evitare i danni causati dai social media e dalla gestione dei dati.
Daron Acemoglu, vincitore del Nobel per l’Economia nel 2024, ha recentemente discusso la questione in un intervento su Le Grand Continent. Acemoglu mette in guardia contro la visione di un’intelligenza artificiale (IA) che superi l’intelligenza umana, evidenziando i rischi associati al potere incontrollato di chi sviluppa tali tecnologie. Propone invece un’IA che favorisca i lavoratori, migliorando la loro produttività e autonomia.
Acemoglu sostiene che l’Unione Europea dovrebbe perseguire un modello di IA che metta al centro la dignità umana, piuttosto che una mera imitazione delle capacità umane. Questo approccio potrebbe portare a un’innovazione che avvantaggi i cittadini piuttosto che consolidare il potere nelle mani di pochi.
Secondo Acemoglu, le aziende tecnologiche hanno prosperato grazie a modelli di business che sacrificano l’autonomia dei lavoratori. Nonostante esistano modelli alternativi, la strada per implementarli è complessa, considerando la forza delle Big Tech e le loro immense risorse.
Schaake e Acemoglu concordano sull’importanza di un’Europa attiva e non passiva nell’affrontare le sfide poste dalle tecnologie americane. L’Unione Europea deve sviluppare una propria visione dell’IA, promuovendo un ecosistema competitivo che metta al centro i valori democratici e la sovranità economica.
Schaake sottolinea che l’Europa deve interrompere la sua dipendenza dai gruppi tecnologici americani. È necessario adottare misure concrete per proteggere i valori europei in un contesto geopolitico in evoluzione.
Infine, è essenziale che i paesi dell’Unione Europea agiscano come un’unica entità per affrontare le sfide della concorrenza nel settore tecnologico. Solo così l’Europa potrà preservare la sua autonomia e garantire un futuro in cui la tecnologia serva il bene comune piuttosto che diventare uno strumento di dominio.